La settimana delle Borse: Wall Street torna al punto di partenza

settimana delle Borse 1596
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Passata l’euforia post-elettorale, da inizio 2025 la Borsa Usa ha il fiato corto e il -1% di questa settimana la riporta nei dintorni dei valori di inizio anno. Il fattore politico non è estraneo a questa correzione: l’incertezza sulle prossime mosse dell’amministrazione a stelle e strisce è quanto mai elevata: lo dimostra proprio quest’ultima settimana, partita con la “minaccia” di dazi all’Europa e chiusa con il duro scontro con il leader ucraino. L’umore di consumatori e imprese, sulla scia di queste incognite, comincia a peggiorare e questo si può riflettere sull’economia, e quindi sulle Borse. Altro elemento che frena Wall Street è il cambio di passo delle cosiddette “magnifiche 7”: nel 2024 hanno guidato la cavalcata del listino, ma nei nuovi scenari legati non solo ai dazi, ma anche ad altri fattori come l’entrata in campo di DeepSeek, gli investitori iniziano a domandarsi se i massicci investimenti che queste aziende stanno facendo saran ripagati con ritorni proporzionali allo sforzo. Non a caso, a guidare il calo settimanale sono il settore dei semiconduttori (-6,9%) e quello delle auto (-6,7% su cui pesa Tesla, vedi più avanti). E l’Europa? Le sue Borse se la sono cavata meglio questa settimana, nonostante la spada di Damocle dei dazi, tanto che Milano ha messo a segno nuovi record, ma l’intensificarsi della tensione internazionale a fine settimana è una grossa incognita anche per il Vecchio Continente.
Passando dalle Borse alle singole società, è emblematico il -13,3% di Tesla (292,98 Usd, Isin US88160R1014) che prolunga il periodo di ribasso. I motivi sono diversi. Primo: come già accennato, i dubbi sull’economia americana e i potenziali consumi in calo, che frenano il mercato dell’auto elettrica. Secondo: il crollo delle vendite in Europa: le dichiarazioni controverse di Elon Musk su questioni politiche stanno allontanando alcuni clienti dal marchio. Sebbene il settore delle auto elettriche sia in crescita, le vendite di Tesla in Europa sono crollate del 50% a gennaio. Terzo, il timore di un amministratore sempre più impegnato in politica e quindi sempre più “assente” dalla guida del gruppo, in un momento cruciale per l’azienda, che sta investendo in auto a guida autonoma e nel lancio di nuovi modelli a basso costo. Cosa aspettarsi per il futuro? Se Musk non correrà ai ripari con scelte adeguate, la fiducia degli investitori potrebbe continuare a calare. Anche a questi prezzi, il titolo è ancora sopravvalutato: vendi.
Al bilancio negativo del settore non sfugge Nvidia (124,92 USd, Isin US67066G1040): nonostante conti superiori alle attese, segna un -7,1%. Nel 2024/25 Nvidia ha aumentato il fatturato del 114% e l’utile per azione del 147%, una performance record dovuta alla forte domanda per i suoi chip da parte di giganti dei data center, come Microsoft, Amazon, Meta e Alphabet, che modernizzano le loro infrastrutture per svolgere un ruolo chiave nell'intelligenza artificiale generativa. Il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) è lievitato a ben il 62,4% nel 2024/25 (dal 54,1% nel 2023/24). Inoltre, forte degli ordini molto elevati per i suoi chip Blackwell di nuova generazione, il gruppo, per il trimestre in corso, si aspetta un aumento di fatturato del 65% (rispetto al +78% dell'ultimo trimestre 2024/25). Alziamo le stime sull’utile per azione 2025/26 a 4,3 Usd, che dovrebbero salire a 5,6 Usd nel 2026/27, ma non basta per cambiare il nostro giudizio: l’andamento di questa settimana dimostra che al mercato non basta più battere le attese, vuole essere stupito, e nel contesto generale di cui ti abbiamo parlato sarà sempre più difficile. Mantieni.
Malgrado diverse novità, Eni (13,85 euro, Isin IT0003132476) chiude la settimana con un bilancio di Borsa appannato (-0,8%). I conti 2024 si sono chiusi con un utile in calo di circa il 45% a 0,79 euro per azione. Una flessione, comunque, che non giunge come un fulmine a ciel sereno, visto il diverso contesto di mercato. Per questo, più che sui conti l’attenzione si è concentrata sul piano strategico 2025-2028, che vede investimenti per 7 miliardi nell’arco del piano (dato in linea con il 2024) e ulteriori sviluppi per Plenitude (l’utile industriale dovrebbe raddoppiare da qui al 2028) e per Enilive (anche in questo caso l’utile industriale è visto in aumento). Per entrambe le società il management non esclude del tutto l’ipotesi di quotazione in Borsa, ma tutto dipenderà dalle condizioni di mercato e al momento nulla è definito. Infine, altra novità riguarda l’accordo per una società in comune con la malese Petronas per nuovi progetti di sviluppo nel settore del gas. Insomma una settimana intensa, ma come già accennato il titolo non ha certo brillato, complice anche il calo del petrolio (-1,2% la scorsa settimana, da 74,45 a 73,56 dollari al barile per il brent). Stimiamo utili 2025 e 2026 di 1,7 euro per azione, il consiglio è confermato: mantieni.
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