La settimana delle Borse: tra dazi e grandi manovre

Settimana delle Borse 1600
Settimana delle Borse 1600
Ancora una volta, inevitabilmente, il tema dei dazi ha tenuto banco e la prospettiva di un ulteriore inasprirsi della guerra commerciale ha mandato in fibrillazione non solo alcuni settori come quello dell’auto o quello farmaceutico (vedi più avanti), ma anche le Borse in generale, con Wall Street che arretra di circa un punto e mezzo e l’eurozona che archivia un -1,7% medio sui 50 titoli principali. Oltre a auto e farmacia, anche il settore dei semiconduttori ha vissuto una brutta settimana (-6,3%), anche qui per l’impatto dei dazi sulle transazioni internazionali.
L’avvicinarsi del 2 aprile, data in cui dovrebbero scattare i dazi Usa del 25%, porta il settore auto a -0,4% settimanale a livello globale, ma un -3,8% in Europa. Volkswagen (99,25 euro; Isin DE0007664005; -4,3% settimanale) è particolarmente vulnerabile a causa della sua dipendenza dalle esportazioni verso gli Usa dal Messico e dal Canada (secondo alcune stime, il 40% dei volumi venduti negli Stati Uniti è prodotto in questi 2 Paesi), oltre che dalle sue esportazioni dall'Europa verso gli Usa. Prudenzialmente, cambiamo il nostro consiglio sul titolo: limitati a mantenere. Stellantis (10,48 euro; Isin NL00150001Q9; -5,6%) è, insieme a Volkswagen, il produttore europeo più esposto ai dazi statunitensi. Circa il 40% dei veicoli che vende negli Stati Uniti (in particolare con i marchi Jeep, Ram e Chrysler) proviene dalle sue fabbriche in Messico e Canada e i nuovi dazi potrebbero ridurre del 15% il suo utile industriale. Motivo in più per ribadirti il nostro consiglio: vendi. E gli altri produttori? Mercedes-Benz (55,75 euro; Isin DE0007100000; -4,5%) e BMW (75,94 euro; Isin DE0005190003; -4,1%) sono meno impattati, mentre Renault (47,5 euro; Isin FR0000131906; +0,7%), non esportando i suoi veicoli negli Usa, non è colpita direttamente ai dazi, ma vi è indirettamente esposta tramite la sua partner Nissan. Mantieni tutti e tre i titoli.
Il settore farmaceutico arretra (-2,1%), ma Novo Nordisk (474,05 dkk; Isin DK0062498333) fa peggio, con un -10,4% settimanale che prolunga il periodo di difficoltà del titolo. Tra i motivi ci sono l'ascesa dello Zepbound, il trattamento contro l’obesità della concorrente Eli Lilly, e i risultati clinici del CagriSema che, pur essendo buoni, sono inferiori alle aspettative. Il gruppo ha, tuttavia, capacità di ripresa. Grazie a significativi investimenti, ha rafforzato le proprie capacità produttive, tanto che i suoi prodotti non figurano più nella lista dei prodotti in carenza pubblicata dalla FDA. Inoltre, l'acquisizione degli stabilimenti dell’americana Catalent dovrebbe far migliorare ulteriormente la sua situazione. Infine, ha appena annunciato l'acquisizione dei diritti mondiali (Cina esclusa) per l’UBT251, un promettente farmaco antiobesità della cinese The United Laboratories in fase intermedia dello sviluppo. Puoi ancora acquistare il titolo.
EGPE (società del gruppo Enel) ha firmato un accordo con Masdar (leader nell’energia rinnovabile negli Emirati Arabi Uniti) per la vendita a Masdar del 49,99% di EGPE Solar, società attiva con impianti fotovoltaici in Spagna. Oltre a ridurre l’indebitamento, per Enel il vantaggio è il rafforzamento della collaborazione con Masdar, dopo che a dicembre dello scorso anno era stato già firmato un accordo di partnership per degli altri attivi in Spagna. L’intesa con Masdar è, inoltre, coerente con la strategia adottata da Enel negli ultimi anni, e cioè quella di mantenere il controllo di attività ritenute strategiche, ma cedendone quote di minoranza, anziché detenerle al 100%, in modo da massimizzare la redditività del capitale investito. Mantieni.
Poste Italiane (16,66 euro, Isin IT0003796171) ha annunciato l’acquisto del 15% di Telecom Italia (TI; 0,31 euro; Isin IT0003497168) finora detenuto da Vivendi e sale così al 24,81% del capitale. Cosa succede se sei azionista di TI? Ci possono essere alcuni impatti negativi sul prezzo del titolo, per esempio dovuti al minor appeal speculativo nell’immediato e al fatto che Poste non lancerà un’Opa su TI, ma in compenso, più a lungo termine, ci sono da considerare gli sviluppi strategici e le sinergie. Quanto a Poste, l’operazione non ne impatta la solidità finanziaria. Mantieni entrambi i titoli, al link seguente trovi un’analisi dettagliata dell’operazione.
@Giannantonio Se hai in portafoglio un’azione su cui sei in perdita, in generale la strategia migliore non è continuare con gli acquisti per mediare sul prezzo, ma piuttosto diversificare i tuoi nuovi investimenti su altre azioni o su altri prodotti, per non concentrare troppo il rischio. Ci possono essere delle eccezioni, ma da valutare caso per caso.
@Gigliola Se, come dici, hai venduto un’azione e poi l’hai riacquistata, per compensare le minusvalenze pregresse che avevi accumulato, non perdi il diritto al dividendo: quello spetta a chi ha le azioni nel giorno di stacco, indipendentemente dalla data in cui hai comprato i titoli. In strategie come quella che hai adottato, attenzione però ai costi.
@Maurizio Per poter usufruire del vantaggio dello sconto totale del bollo offerto da Fundstore, i tuoi investimenti devono avere una giacenza annua di almeno 10.000 euro. Trovi tutti i dettagli della convenzione che abbiamo negoziato per te alla pagina dei vantaggi.
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