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Technoprobe: un futuro impegnativo
Data di pubblicazione
31 marzo 2025
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Nel 2024 crescono i ricavi, ma rallenta la redditività. Il 2025 sarà sfidante.
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A livello di vendite e di Ebitda (l’utile industriale prima di spesare la quota parte dei costi pluriennali, detti ammortamenti) Technoprobe (5,83 euro al 28/3; Isin IT0005482333) non ha avuto un brutto 2024: +32,7% i ricavi e +11,2% l’Ebitda. In più ha mostrato ancora una volta di centrare le previsioni che di trimestre in trimestre offre. Il problema è che, se si tolgono ammortamenti e svalutazioni cresciuti di circa il 60%, il risultato industriale è calato del 15,9%; il che, unito al venir meno di un vantaggio fiscale passato, affossa l’utile netto del 35,5%. Anche con un utile per azione di 0,1 euro siamo sotto le nostre attese di 0,17 euro. Non siamo preoccupati: un aumento del 60% circa degli ammortamenti è segno di una società che investe (93,9 milioni di euro, 0,15 euro per azione, sono andati al potenziamento delle linee produttive). Il 2025 vedrà i trend del 2024: espansione della domanda per via dell’intelligenza artificiale, ma beni di largo consumo e settore industriale non brilleranno. Per il 1° trimestre i ricavi attesi sono di 157 milioni e un Ebitda che in percentuale sui ricavi sarà al 30,2%. Un anno fa furono 101,8 milioni e il 24,3%: c’è un miglioramento che riporta la marginalità al 2023 (era il 30%). Anche se abbiamo ridotto le attese di utile per azione da 0,25 a 0,18 euro nel 2025 e da 0,31 a 0,23 euro per il 2026 e anche se i multipli sono cari, con un momentum negativo, il fatto che il titolo sia calato molto ci fa cambiare visione sul consiglio, che fino a oggi era mantieni: ora c’è spazio per una scommessa (rischiosa, di lungo periodo, non adatta al buon padre di famiglia) sull’intelligenza artificiale.