Si impenna la tensione in Medio Oriente

Settimana Borse
Settimana Borse
Cosa ha mosso i mercati
L’escalation del conflitto in Medio Oriente rende, purtroppo, ancora più flebili le speranze di una risoluzione delle tensioni. Per i mercati tutto questo significa nuova incertezza, un elemento che non apprezzano, e infatti, la settimana si chiude con il segno meno. Wall Street riesce a limitare i danni (l’indice S&P 500 chiude a -0,4%) grazie anche a un dato sull’inflazione più basso del previsto (ma non a sufficienza perché la Fed tagli i tassi nella prossima riunione). Per le Borse dell’eurozona il bilancio è più pesante, con un -2,6% medio per i 50 titoli principali, anche perché i dati sul Pil (in chiaroscuro) non hanno permesso di trovare spunti sufficientemente forti da controbilanciare i timori legati al conflitto.
I venti di guerra incendiano il petrolio
Sempre legato alla drammatica situazione in Medio Oriente c’è anche da registrare il rialzo del prezzo del petrolio, con il brent passato da 66,52 a 69,4 euro (+4,3%). Le azioni delle società del settore amplificano questo movimento registrando, in media, un +3,6%. Nessuna delle società che fanno parte della nostra selezione, tuttavia, ha registrato movimenti di prezzo tali da portarci a modificare la nostra posizione: confermiamo i consigli. Puoi, per esempio, mantenere Eni (14 euro, Isin IT0003132476, +4,9% questa settimana) che anche in questi giorni ha proseguito come da programma il riacquisto di azioni proprie.
Apple, nel campo dell’ai non convince
Fa eccezione al segno meno delle Borse anche il settore dei semiconduttori, che mette a segno un +1,1%, eccetto Apple (196,45 Usd, Isin US0378331005, -3,7%). La conferenza annuale degli sviluppatori software di qualche giorno fa non ha dissipato i dubbi degli investitori sulla strategia del gruppo in materia di intelligenza artificiale. Una revisione dell'assistente vocale Siri resta in sospeso e il gruppo si è limitato a annunciare alcuni progressi tecnici. Apple è in ritardo rispetto ad altri giganti tecnologici americani nel campo dell'intelligenza artificiale generativa, ma forse non è questo il suo obiettivo principale. Il calo delle azioni da inizio anno ci sembra giustificato e non rappresenta un'opportunità di acquisto. Mantieni.
Ubs, servirà altro capitale
UBS (26,1 Chf; Isin CH0244767585) dovrà aumentare il capitale proprio fino a 26 miliardi di dollari, secondo il progetto di riforma presentato dal Consiglio federale svizzero. Questa proposta sarà discussa dal Parlamento per un'attuazione graduale nell'arco di diversi anni. La velocità di attuazione di questo programma influenzerà la capacità della banca sia di riacquistare le proprie azioni, sia di aumentare ulteriormente il dividendo. Questi interrogativi renderanno il prezzo delle sue azioni più volatile; non stupisce più di tanto, quindi, il -6,4% registrato dal titolo questa settimana. Proprio per questi motivi, il calo di prezzo non basta per consigliarti l’acquisto del titolo: limitati a mantenere.
Fondi in manovra su Novo Nordisk
Le azioni di Novo Nordisk (516,2 dkk; Isin DK0062498333; +5,3%) sono state spinte da una quota acquisita dal fondo attivista Parvus Asset Management. Il fondo britannico sembra voler influenzare la scelta del nuovo vertice. Resta da vedere se ci riuscirà, dato che la maggioranza dei diritti di voto del gruppo danese appartiene a una fondazione. Inoltre, il gruppo danese sta lanciando un nuovo studio volto a rassicurare il mercato sul potenziale di Cagrisema, il suo nuovo farmaco sperimentale contro l'obesità, dopo la delusione di due studi precedenti. Questo non è sufficiente a modificare la nostra raccomandazione: mantieni.
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