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Ico di Kodakoin: rifarsi una vita con le criptovalute

Data di pubblicazione  22 gennaio 2018
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Anche Kodak, dopo anni bui, si lancia sulle criptovalute con l’Ico di Kodakcoin. Non è la prima a cercare nelle Ico e nella blockchain una rivincita, un fenomeno che crea miraggi, per questo il primo Etf sulla Blockchain non l’avrà nel nome.

Se non sei più un ragazzino per te Kodak è famosa non meno del Cynar o del panettone Motta. Era uno dei grandi nomi della fotografia, ma ha sofferto la rivoluzione digitale al punto che nel 2012 è finita in amministrazione controllata (il capitolo 11 della legge fallimentare Usa). Ne è uscita ridimensionata al solo segmento delle foto professionali, ma ancora viva. Come vedi dal grafico (Un declino inesorabile, quindi l’Ico), dopo che è tornata sul mercato ha continuato a perdere terreno, passando da un prezzo di oltre 30 dollari a meno di 3,5 dollari, pur in anni di vacche grasse per le Borse (i particolari dei suoi conti li trovi nel riquadro). Questo, almeno fino a quando il 9 gennaio ha annunciato il suo progetto nel mondo della blockchain e l’intenzione di lanciare una criptovaluta con un’Ico. Ed ecco, si vede bene nel grafico, che in Borsa ha avuto un salto. Non ti ricorda nulla?

 

In molti sfruttano la nuova moda della blockchain

Nel 1999 in piena rivoluzione dotcom bastava che una società annunciasse di aver aperto un sito internet che subito saliva in Borsa. In questo periodo stiamo assistendo a un fenomeno simile (la capitalizzazione dell’immagine della blockchain per sfondare) spesso ridicolizzata dai media. Un articolo di Wired cita per esempio divertito diverse stramberie: Long Island Iced Tea Corporation (tè freddo e gazzosa) è diventata Long Blockchain corporation perché intende buttarsi su questo business, Chanticleer holdings (hamburger) fidelizzerà i clienti dando loro l’opportunità di comprare hamburger con una criptovaluta dedicata, pure Ping Shan Tea group (tè cinese, basata a Hong Kong) ha cambiato nome in Blockchain Group Company.

 

UN DECLINO INESORABILE, QUINDI L’ICO

 Un declino inesorabile, quindi l'Ico

Dopo il quasi fallimento Kodak (in dollari) è tornata in Borsa, ma i bilanci non sono stati troppo brillanti.

 

 

MANUALE ICO

Sono una forma di raccolta di denaro che sfugge a ogni regolamentazione. Ico sta per Initial coin offer (offerta iniziale di moneta, termine sulla falsariga dell’offerta pubblica iniziale, Ipo, con cui si quotano matricole in Borsa). Le Ico non danno azioni, ma criptovalute il cui valore è legato all’idea imprenditoriale sottostante (per esempio nel caso di Kodak è far pagare i diritti d’autore sulle foto) e che poi potranno essere comprate e vendute usando sia altre criptovalute (Ethereum, Bitcoin…) sia soldi “veri”. Quando partecipi a un’Ico scommetti di finanziare un progetto che avrà successo e guadagnerà valore (anche in soldi “veri”). Accetti, però anche di operare in un sistema che, al momento, è un far west dove le regole scarseggiano e in cui lo status giuridico delle criptovalute è ancora da chiarire (non sono azioni, non sono obbligazioni, forse sono solo equivalenti di buoni pasto).

 

C’è da dire che la Sec (la Consob americana) ha compreso abbastanza questo problema e, infatti, proprio in questi giorni, ora che si è trattato di lanciare sul mercato i primi Etf dedicati alla Blockchain ha detto: “No, stop, niente parola Blockchain nel nome perché poi va a finire che la gente se lo compra solo per il nome”. I nomi proposti Amplify Blockchain Leaders ETF e Reality Shares Nasdaq Blockchain Economy ETF sono stati bocciati. Ecco, qualcosa di più su ciò che è stato effettivamente quotato.

Il primo è Amplify Transformational Data Sharing Etf (20,69 dollari Usa, Isin US0321086078, quotato al Nyse Arca, costo scontato per un anno allo 0,7%) che avrà una gestione attiva (ecco perché tra un anno il costo salirà allo 0,9%). Tra i suoi principali componenti ovviamente non attenderti microsocietà dedite alla blockchain, anzi per il 70% sarà investito in grandi società tra cui, per citarne due ultranote, abbiamo Sap e Ibm. Il secondo prodotto si chiama Reality Shares Nasdaq NexGen Economy ETF (24,41 dollari Usa, Isin US75605A7028, quotato al Nasdaq, costo 0,68%) che si limiterà a una gestione passiva (e pure qui tra i primi dieci abbiamo Intel, Ibm, Cisco, Microsoft, Sap, Barclays…). Per ora non ti consigliamo questi Etf. Sono comunque due prodotti con in pancia investimenti non specifici e poi la fiscalità degli Etf Usa è davvero penalizzante.

 

Il caso Kodak: un’idea buona, ma già criticata!

Ma, bando alle digressioni, torniamo a Kodakcoin. L’idea di Kodak è la seguente: oggi chi fa foto ha grossi problemi a tracciare il loro uso in rete e a tutelare i propri diritti d’autore venendo ripagato in modo adeguato. Kodak, quindi propone di usare la Blockchain per creare un sistema in grado di controllare e remunerare (con una criptovaluta, il Kodakcoin) gli autori delle foto. L’idea sulla carta (qualora funzionasse) potrebbe essere davvero il rilancio del business di Kodak e proiettare la società fuori dalle secche in cui sta arenata. Una bella scommessa, ma… alcuni le hanno già fatto le pulci. In particolare il giorno successivo all’annuncio è uscito un articolo che rileva le seguenti cose: in rete è stata presente (ma ora non c’è più) un’Ico assai simile (che è stata un flop) fatta da parte da Wenn, il partner insieme a cui Kodak sta per fare l’Ico. Quindi si ipotizza che sia un “rebranding” della stessa idea. Kodak, in effetti, starebbe traendo buona parte della sua sopravvivenza dal riciclo del proprio marchio che dà in concessione ad altri per fare cose che lei non fa più. Le sinergie tra Wenn e Kodak possono essere positive? Questa è una parte della scommessa del Kodakcoin. L’Ico pare comunque riservata solo a un gruppo non troppo ampio di investitori.

 

 

Il Bitcoin si sta sgonfiando

 

 Il bitcoin si sta sgonfiando

Dopo la crescita tumultuosa è venuto il momento della resa dei conti per il Bitcoin (in dollari) che è ben lontano dai massimi e sembra continuamente cadere sulla scia di notizie (l’astio delle autorità cinesi) poco propizie all’espansione futura del Bitcoin. Questo calo rischia di portare una ventata di “realismo” anche su tutto il mondo della blockchain che è rimasto molto in fermento in questi ultimi mesi.

 

Noi non te l’avremmo comunque consigliata, visto il nostro scetticismo di base in questo settore poco regolamentato (vedi riquadro Manuale Ico). Resta il fatto che hai la possibilità di una scommessa direttamente sul titolo Kodak (è quotato negli Usa). I conti della società non sono brillanti (l’hai visto nel riquadro a pagina precedente) di per sé non ti consiglieremmo Kodak. Ma c’è di più, al di là dello strisciante scetticismo su questa impresa, il tempismo sembra davvero sfortunato. In queste settimane al Bitcoin (11.552 dollari Usa) sta andando tutto male (vedi grafico il Bitcoin si sta sgonfiando). È vero il Bitcoin non è l’unica criptovaluta al mondo, è vero che la tecnologia della blockchain è un’idea buona, ma la brutta aria che tira potrebbe anche soffiare proprio contro le Ico stesse.

 

La prossima sarà Telegram

La storia delle Ico non finisce oggi con Kodak, già si parla a marzo di una nuova Ico targata Telegram. In questo caso stiamo parlando di una famosa piattaforma per chattare e la criptovaluta (il Gram) legata alla piattaforma dovrebbe permettere pagamenti a distanza rapidi (molto più rapidi di quelli permessi dai Bitcoin, si parla un milione di transazioni al secondo). Torneremo sul tema, al momento buono. Sempre che intanto il crollo del Bitcoin non faccia piazza pulita di buona parte di queste imprese.

Kodak, dal fallimento, a…

Eastman Kodak (10 dollari Usa, Isin US2774614067) compie quest’anno i 130 anni dalla fondazione, ma nel 2012 è stata sul punto di fallire. Finita l’amministrazione controllata è tornata in Borsa nel settembre del 2013 e da allora ha continuato a perdere valore. Il motivo? Il fatturato è quasi sempre stato in contrazione. Fino al primo trimestre del 2016 erano più i trimestri in rosso che quelli in utile. I conti sono andati un po’ meglio dal 2016, e infatti il titolo è un po’ risalito, ma l’ultimo trimestre pubblicato (il terzo del 2017) è stato di nuovo in rosso con una perdita di 46 milioni di dollari (contro un avanzo di 12 milioni dollari nello stesso periodo del 2016) che si è mangiata gli 11 milioni di dollari accumulati nei primi due trimestri. La società ha dichiarato che hanno pesato sui suoi conti il rallentamento del mercato delle stampe e il crescente costo dell’alluminio. Insomma, le cose non vanno bene ancora e c’è di più: l’annuncio di Kodakcoin ha fatto praticamente triplicare il prezzo del titolo.

 

Blockchain, che è?

La blockchain (catena di blocchi) è una tecnologia informatica che funziona come un archivio notarile diffuso in cui possono essere registrate informazioni di qualsiasi tipo, come le transazioni passate di una criptovaluta o le regole degli smart contracts (contratti intelligenti). La sicurezza di questo archivio sta proprio nella diffusione globale che lo rende difficilmente manipolabile.