Idrogeno: ne vale la pena?

Analisi
Analisi
L’obiettivo di azzerare le emissioni nette per contrastare i cambiamenti climatici comporta la ricerca e lo sviluppo di nuove fonti meno inquinanti, creando opportunità di investimento su nuovi settori, che possono ricevere finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo oppure sono oggetto di maggiori investimenti per realizzare nuovi progetti. Sono tutti elementi che creano potenzialità di crescita e dunque possibilità di investimento. Un esempio di questo è il settore dell’idrogeno. In Italia, per esempio, il Ministero della transizione ecologica sta finalizzando un accordo con l’Enea per la ricerca e lo sviluppo sull’idrogeno, a cui destinerà massimo 110 milioni di euro. Ma non ci sono piani sull’idrogeno solo in Italia e, soprattutto, l’idrogeno ha in prospettiva diversi ambiti di applicazione che potranno guidarne il suo utilizzo e la sua importanza.
ENEA è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile.
I 110 milioni di euro stanziati per l’idrogeno rientrano nell’ambito del Pnrr – il piano nazionale di ripresa e resilienza – che prevede anche un secondo intervento a sostegno dell’idrogeno con 20 milioni da destinare ad enti di ricerca e università e 20 milioni a favore del settore privato.
Ovviamente, non è la panacea di tutti i mali: per esempio, non è secondo noi una fonte su cui puntare per il riscaldamento domestico – vedi www.altroconsumo.it/casa-energia/riscaldamento/speciali/sistemi-riscaldamento-futuro. Diverso è il suo utilizzo in ambito industriale, dove invece le possibilità di utilizzo sono diverse.
Ad oggi i settori che più utilizzano l’idrogeno sono quelli della raffinazione e quello chimico (produzione di ammoniaca e metanolo). Ci sono però anche settori nei quali l’utilizzo oggi di idrogeno è limitato, ma nei quali le possibilità di crescita nel futuro sono rilevanti, come quello siderurgico, dei trasporti e della produzione di elettricità. Tenendo conto delle dinamiche di questi settori, le attese sono di una crescita nella domanda di idrogeno nel decennio 2020 – 2030 di circa il 140% in un contesto di impegno a ridurre le emissioni di gas inquinanti.
La Commissione europea ha proposto di imporre il consumo di idrogeno rinnovabile al 50% nell'industria entro il 2030. Inoltre, sono diversi i Paesi, circa una quindicina nel mondo, che hanno adottato strategie per lo sviluppo dell’idrogeno.
La produzione di idrogeno non è di per sé “verde”. La maggior parte dell’idrogeno è oggi prodotto da idrocarburi come il gas: l’idrogeno “verde” o “pulito” è invece quello che si ottiene non usando combustibili fossili.
L’andamento del certificate e i nostri consigli
La linea rappresenta l’andamento del prezzo del certificate sull’idrogeno da quando è stato quotato.
Ovviamente a questi roboanti tassi di crescita fanno da contraltare anche elevati rischi. La diffusione dell’idrogeno su larga scala necessita di essere sostenuta da un sistema efficace ed efficiente in termini di costi per lo stoccaggio e il trasporto, oltre al fatto che l’innovazione tecnologica sarà determinante per abbattere i costi di produzione dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio (oggi l’idrogeno cosiddetto “pulito” costa, a seconda dei prezzi del gas naturale e dell’elettricità rinnovabile, da 2 a 7 volte di più rispetto alla produzione di idrogeno da combustibili fossili).
I dati sulla crescita della domanda di idrogeno provengono dalla IEA, l’agenzia internazionale dell’energia.
PASSIAMO ALL’INVESTIMENTO IN BORSA
Puntare sul settore dell’idrogeno è dunque molto rischioso, ma se la scommessa va a buon fine può dare ottimi guadagni – così come le perdite possono essere importanti se non dovesse andare bene. Se hai seguito i nostri consigli passati sull’idrogeno, in parte hai già portato a casa dei guadagni. Infatti, sul n° 1403, dato il forte rialzo conosciuto dal settore dell’idrogeno, ti avevamo detto di vendere metà di quanto investito nel certificate Vontobel tracker solactive hydrogen (195,5 euro; Isin DE000VP2HYR0), così iniziavi a portarti a casa parte dei guadagni, che oscillavano tra il 35% e il 60%, ma, nel frattempo, rimanevi in un settore che in futuro ha forti potenzialità di crescita. Da allora il prezzo del certificate ha conosciuto forti sali e scendi, riflettendo la rischiosità di questo settore.
Cosa fare ora? Il prezzo del certificate è ora sceso molto e si trova a metà strada tra i due su cui avevamo dato il primo e il secondo consiglio di acquisto. Dato che le prospettive non sono diverse da quelle di un anno fa, il consiglio è di nuovo quello di acquistare, in ottica speculativa, se non lo hai fatto in passato. Come detto, è una scommessa molto rischiosa, quindi adatta ai più audaci tra gli speculatori. Inoltre, visto l’attuale contesto dei mercati, per cercare di limitare un po’ il rischio, ti consigliamo di scaglionare gli acquisti nel tempo, a meno che la cifra che vuoi puntare non sia già limitata e non valga quindi la pena scaglionarla ulteriormente, considerati anche i costi.
Dunque, per esempio, inizia con comprare non più della metà di quello che vorresti dedicare a questo certificate. In questo modo, se il prezzo dovesse continuare a scendere a causa delle Borse mondiali e dei rischi che su di esse gravano, potrai acquistare l’altra metà a prezzi più bassi e costruirti così una posizione sul settore idrogeno su prezzi più bassi. Se hai ancora in mano l’altra metà del certificate, invece, limitati a mantenerla: non aumentare la tua posizione.
A livello di singole società, Air Liquide (148 euro; Isin FR0000120073) ha come obiettivo di triplicare i ricavi realizzati dall’idrogeno, dagli attuali 2 miliardi (che rappresentano circa un 10% del suo fatturato) a oltre 6 miliardi nel 2035, con l’obiettivo che il peso dell’idrogeno verde prodotto sia il 50% del totale. Air Liquide fa prodotti chimici e, come vedi, al momento il peso dei ricavi da idrogeno è limitato. Oggi però è all’acquisto nella nostra selezione di azioni e puoi sceglierla se vuoi puntare anche sul suo piano di sviluppo dell’idrogeno. Ovviamente non è un sostituto perfetto del certificate, perché l’attività di Air Liquide preponderante è diversa da quella dell’idrogeno e quindi il suo andamento in Borsa potrebbe essere poco influenzato dal successo del suo piano di sviluppo dell’idrogeno.
Attendi, stiamo caricando il contenuto