Finanza sostenbile: sai veramente di cosa si tratta?

Finanza sostenbile
Finanza sostenbile
Quando si parla di finanza sostenibile ci si riferisce all’implementazione dei concetti di sostenibilità al mondo della finanza. Questo significa che tutti i principi legati alla creazione di quel modello tale per cui le generazioni odierne devono essere in grado di soddisfare i propri bisogni senza inficiare la possibilità delle generazioni future di sostenere i propri – che è appunto la definizione stessa di sostenibilità - vengono calati nella realtà della finanza. Ne consegue che, quando si parla di finanza sostenibile, una prima possibile definizione di questo fenomeno è un qualunque tipo di investimento che combina la visione classica tipica puramente “finanziaria”, cioè la ricerca di un obiettivo in termini di rendimento, con quella della ricerca di un impatto positivo a livello ambientale e/o sociale, tipica invece, tradizionalmente, dei cosiddetti investimenti ad “impatto”, nei quali il rendimento non è prioritario, ma anzi, può anche essere sacrificato. Con la finanza sostenibile, quindi, le due visioni del mondo, che spesso sono state messe in contrapposizione e sono risultate e considerate spesso e volentieri inconciliabili, diventano invece conciliabili e soprattutto perseguono due obiettivi che possono essere ricercati in maniera parallela senza dover necessariamente rinunciare ad uno dei due. La visione classica tipica e finanziaria era infatti quella di una ricerca del rendimento senza tener conto o preoccuparsi di quali potevano essere gli effetti a livello sociale e/o ambientale delle attività su cui si andava ad investire o che si decideva di finanziare. L’obiettivo unico era, ed è ancora per chi persegue questa visione, la massimizzazione del proprio rendimento. Contrapposta a questa visione c'era in passato quella della ricerca azioni chiamate “ad impatto”, che si basava sulla ricerca solo e solamente di un impatto positivo dell'attività su cui invece si decideva di investire i propri soldi a livello sociale, ambientale… In questo caso non erano, e non sono, prese in considerazione le varabili e i risultati finanziari dell’impegno dei propri soldi. Un esempio tipico di questo approccio sono le attività di volontariato oppure la beneficenza, ma non solo. Con la finanza sostenibile invece entrambi gli obiettivi, rendimento ed impatto, fanno parte delle finalità che ci si pone con il proprio investimento. La finanza sostenibile, quindi, riesce a combinare entrambe le visioni di cui abbiamo parlato in una visione nuova, con il risultato di avere, nella pratica, degli investimenti che non sono scelti solo e solamente in base alle loro prospettive puramente finanziarie, e quindi scelti e valutati per le possibilità che offrono di generare ricchezza per chi decide di dedicarvi i propri soldi, ma tenendo conto anche di altre caratteristiche che non sono finanziarie. Questi fattori di cui parliamo sono di natura ambientale, sociale, oppure di governance, cioè come vengono gestite le società. Combinando nell'analisi che sta alla base dei criteri di scelta di un investimento questi diversi elementi, sia di natura finanziaria sia di natura non finanziaria, si è in grado di raggiungere l'obiettivo che ci si pone con la finanza sostenibile: avere un rendimento dai propri investimenti, ma, nel contempo, creare anche un impatto positivo sul mondo circostante. Vale anche l’opposto, però. La destinazione dei propri soldi non è più scelta guardando al solo impatto positivo che potranno generare le attività finanziate, ma anche il rendimento sarà tenuto in considerazione. Con la finanza sostenibile quindi il valore che si vuole generare con il proprio investimento non è solo un valore finanziario, ma diventa un valore più ampio che viene chiamato “valore integrato”. Questo nome deriva dal fatto che, come abbiamo appena visto, agli aspetti finanziari se ne integrano alti di natura non prettamente finanziaria oppure economica.
Sulla falsariga di questa definizione c’è quella data dalla normativa europea sulla trasparenza della finanza sostenibile, che è uno dei diversi regolamenti, ma tra i più rilevanti, che disciplinano il mercato della finanza sostenibile in Europa, al quale tutti gli operatori devono rifarsi nella loro attività.
La definizione è la seguente:” Investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo ambientale, misurato, ad esempio, mediante indicatori chiave di efficienza delle risorse concernenti l’impiego di energia, l’impiego di energie rinnovabili, l’utilizzo di materie prime e di risorse idriche e l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, le emissioni di gas a effetto serra nonché l’impatto sulla biodiversità e l’economia circolare o un investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo sociale, in particolare un investimento che contribuisce alla lotta contro la disuguaglianza, o che promuove la coesione sociale, l’integrazione sociale e le relazioni industriali, o un investimento in capitale umano o in comunità economicamente o socialmente svantaggiate a condizione che tali investimenti non arrechino un danno significativo a nessuno di tali obiettivi e che le imprese che beneficiano di tali investimenti rispettino prassi di buona governance, in particolare per quanto riguarda strutture di gestione solide, relazioni con il personale, remunerazione del personale e rispetto degli obblighi fiscali.”
Come si vede, anche il legislatore europeo ha scelto una versione, seppur più lunga e dettagliata nel novero delle attività e nella definizione dei settori, che pone l’accento sul fatto che per finanza sostenibile si tratta di un investimento in un’attività che genera un impatto positivo a livello sociale o ambientale e aggiunge anche un altro dettaglio. Non deve però solo dare un fattivo contributo ad uno degli obiettivi elencati nell’articolo di legge già visto, ma deve anche evitare di creare un danno ad uno degli altri obiettivi. Questo principio è tipico delle regolamentazioni europee ed è alla base della tassonomia europea. Nel raggiungere uno degli obiettivi ambientali e sociali prefissati, le aziende devono poi seguire buone prassi di governance, legate al rispetto degli obblighi fiscali, relazioni con il personale… In sintesi sono investimenti che rispettano i criteri ESG.
Quanto visto fino ad ora dimostra anche un altro aspetto fondamentale che risiede nella definizione di finanza sostenibile. Quest’ultima non è legata solo agli aspetti climatici o “green”. Usare come sinonimi finanza green o verde e finanza sostenibile non è dunque corretto. La finanza sostenibile abbraccia un numero maggiore di tematiche, tra le quali ci sono anche quelle legate all’ambiente, ovviamente, ma anche tematiche sociali, di gestione delle società e non solo. La definizione data di finanza sostenibile poche righe sopra è quella più restrittiva possibile, che però inquadra molto bene l’aspetto innovativo dato dalla combinazione di impatto creato e rendimento. Allargando lo sguardo e le finalità, se ne possono dare altre e di più complete. Come rappresentato dall’immagine qui sotto, l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nel processo decisionale di un investimento è il modo più restrittivo per definire la finanza sostenibile.
Più in generale quando si parla di finanza sostenibile si può anche dire che non è la sola integrazione dei criteri ambientali, sociali o di governance in un investimento, ma in senso più allargato è ciò che contribuisce, finanziandolo, lo sviluppo economico, ambientale e sociale. Si tratta dunque di una definizione che si aggiunge, e nel contempo allarga, quanto detto in precedenza. Infatti, quando si pensa ad un investimento finanziario che incorpora i fattori ESG, bisogna sempre ricordarci di un aspetto fondamentale: un investimento comporta uno spostamento di risorse finanziarie, cioè uno spostamento di soldi che vanno ad un’attività economica da chi sta investendo, che può essere un singolo risparmiatore piuttosto che un governo, uno stato, un ente sovranazionale, ma anche una grande banca d'affari o qualunque altro soggetto che ha disponibilità di soldi. Questo spostamento di soldi fornisce le fonti necessarie con le quali le aziende possono finanziarsi e ottenere le risorse necessarie per le loro strategie di crescita. Questo significa anche un’altra cosa. All’interno della finanza sostenibile rientrano non solo gli investimenti in azioni, obbligazioni, fondi di investimento piuttosto che qualunque altro tipo di strumento finanziario, ma rientrano anche i cosiddetti strumenti di finanziamento, come i prestiti o i mutui che vengono erogati dalle banche. Per una banca prestare soldi ad un altro soggetto, che può essere una persona attraverso un mutuo o un prestito personale, ma anche un prestito erogato ad un’impresa, significa effettuare un investimento a tutti gli effetti. La liquidità e le risorse che una banca ha a disposizione, infatti, viene destinata al finanziamento di un’attività sulla quale riceverà nel tempo un compenso, tipicamente degli interessi oltre restituzione del capitale. Per una banca o per qualsiasi entità che presta dei soldi questo è un trasferimento di soldi e dunque a sua volta è un investimento, ma è anche un altro modo per finanziare attività sostenibili. In quest’ottica, quindi, una banca o un qualunque ente erogante finanziamenti può contribuire allo sviluppo sostenibile perché fornisce le risorse necessarie. Infine, in questa seconda definizione data di finanza sostenibile si può notare che si pone l’attenzione anche su un terzo fattore di sviluppo, oltre a quelli sociali ed ambientali: quello economico. È fondamentale ricordarsi che quando si parla di sostenibilità, s’intende sempre un modello di sviluppo, quindi finalizzato anche alla realizzazione della crescita economica. Ovviamente si tratterà di una crescita più equilibrata e in sintonia con l’ambiente e le persone, ma si tratterà pur sempre di crescita economica. D’altronde, è insito nel concetto stesso di sostenibilità la presenza di una crescita economica: la crescita genera infatti risorse che sono necessarie per le persone e per l’intero sistema per poter realizzare investimenti e poter consumare. Avere risorse per investire significa poter continuare a finanziare sempre di più le attività più sostenibili e quindi non solo sostenere, ma anche accelerare il processo di transizione climatica, piuttosto che sociale. In assenza di crescita, invece, le risorse non si creano, ma vanno riducendosi, creando dunque il fenomeno opposto e mettendo dunque a rischio la stessa sostenibilità.
Seguendo questo schema si può allora allargare ancora di più la definizione di finanza sostenibile e non limitarsi solo a singole attività quali gli investimenti prestiti, mutui ma all’intero sistema finanziario e definire la finanza sostenibile come: “sistema finanziario stabile, che prende in considerazione nel lungo termine di fattori quali l’educazione, questioni sociali, economiche e ambientali, includendo anche un mercato del lavoro sostenibile, un sistema di finanziamento sostenibile delle pensioni, supportando l’innovazione tecnologica, la costruzione di infrastrutture e la mitigazione del cambiamento climatico”.
Questa è la definizione più ampia che si può dare al termine di finanza sostenibile e fondamentalmente parla di un intero sistema finanziario che è alla base del finanziamento ed è al servizio della creazione di un contesto economico più equilibrato e che non tralascia nessun fattore. Oltre al contemplare i fattori di sociali, economici e ambientali già presenti nelle definizioni precedenti, in quella appena vista vengono considerati aspetti importanti come l’educazione – fattore fondamentali per il progresso non solo umano, ma anche tecnologico ed economico. Dato che le questioni sociali sono rilevanti, non viene dimenticata neppure l’importanza delle pensioni: un sistema economico in cui chi smette di lavorare può contare su buoni trattamenti pensionistici, infatti, consente di eliminare problemi sociali, come l’emarginazione e l’indigenza. Per realizzare tutti questi obiettivi, però, serve creare le infrastrutture necessarie per garantire l’accesso ai servizi a tutte le persone ed è per questo che si pone l’accento sulla necessità di costruire infrastrutture. In generale, la conclusione a cui si giunge con questa definizione è quella di un sistema economico e finanziario che ha come finalità quello di creare un contesto di sviluppo e crescita economica, ma anche un contesto di vita più equilibrato e a misura d'uomo e dell'ambiente.
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