Investimenti in energia: dove vanno i soldi?

Investimenti in energia
Investimenti in energia
Dal rapporto "World Energy Investment 2025" della IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, che offre un'analisi dettagliata degli investimenti nel settore energetico, si evidenzia una significativa transizione verso fonti a basse emissioni e una crescente attenzione all'elettrificazione.
Nel 2024, infatti, gli investimenti totali nel settore dell'energia elettrica hanno raggiunto i 1,5 trilioni di dollari, con una previsione di ulteriore aumento nel 2025. Questa crescita è trainata principalmente da investimenti record nella generazione a basse emissioni, nelle reti e nello stoccaggio. Circa il 90% dell'investimento totale nel settore dell'energia elettrica è ora destinato a queste aree. Le economie avanzate e la Cina continuano a essere i maggiori mercati per l'energia rinnovabile, sebbene nel 2024 si sia osservata un'accelerazione degli investimenti solari nelle economie emergenti e in via di sviluppo (EMDE) come India e Medio Oriente.
Un aspetto fondamentale è il forte aumento degli investimenti nell'energia solare fotovoltaica, che dovrebbe raggiungere i 450 miliardi di dollari nel 2025, diventando la singola voce di investimento più consistente. La feroce concorrenza tra i fornitori cinesi ha portato a costi estremamente bassi per i pannelli solari, rendendoli un motore significativo degli investimenti in molte EMDE, come dimostrato dalle importazioni pakistane di 19 GW nel 2024. Tuttavia, questa concorrenza ha causato difficoltà finanziarie per i produttori di solare, con molte aziende che hanno registrato perdite significative.
Anche l'investimento nel nucleare sta tornando in auge, con un aumento del 50% negli ultimi cinque anni, superando i 70 miliardi di dollari nel 2024 e nel 2025, grazie anche all'interesse per nuove tecnologie come i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR). La Cina è in prima linea nella costruzione di reattori su larga scala.
Nonostante il forte impulso alle rinnovabili, vi è una preoccupazione per la sicurezza energetica, che ha portato a un'ondata di approvazioni di nuove centrali a carbone in Cina (quasi 100 GW nel 2024) e in India (15 GW), raggiungendo i livelli più alti dal 2015. Al contrario, per la prima volta, non ci sono stati nuovi ordini di turbine a vapore per centrali a carbone nelle economie avanzate nel 2024.
Un'altra sfida cruciale riguarda gli investimenti nelle reti elettriche, che faticano a tenere il passo con la crescente domanda di energia e la diffusione delle rinnovabili. Sebbene nel 2024 siano stati spesi 400 miliardi di dollari nelle reti a livello mondiale, questo dato è meno della metà di quanto speso per la generazione, e la crescita è ostacolata da lunghi processi di autorizzazione, strozzature nelle catene di approvvigionamento di trasformatori e cavi, e condizioni finanziarie precarie di molte utility, specialmente nelle EMDE.
L'ascesa dell'"Era dell'Elettricità" e la rapida crescita della domanda di elettricità, in particolare da settori come l'industria, il raffreddamento, la mobilità elettrica e i data center (spinti dall'intelligenza artificiale), stanno plasmando le tendenze di investimento. Questa domanda sta generando interesse per soluzioni a zero emissioni come gli SMR e la geotermia avanzata, ma sta anche portando a un aumento degli ordini di turbine a gas, soprattutto negli Stati Uniti, per garantire la stabilità dell'approvvigionamento a breve termine.
Gli investimenti globali nello stoccaggio di batterie raggiungeranno i 66 miliardi di dollari nel 2025, con gli Stati Uniti, l'Europa e la Cina che rappresentano oltre il 90% del totale. Questo settore è sostenuto da politiche governative e dalla crescente volatilità del mercato all'ingrosso. Tuttavia, le EMDE incontrano difficoltà a causa degli elevati costi di finanziamento.
In sintesi, il settore energetico sta vivendo una trasformazione, con una forte accelerazione degli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni, ma persistono significative sfide legate alla modernizzazione delle reti, alla stabilità della catena di approvvigionamento, alle politiche di supporto e alla mobilizzazione di capitali, specialmente nelle economie in via di sviluppo.
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