Investire nell’economia circolare: tra crescita, opportunità e sfide

Economia circolare
Economia circolare
Negli ultimi anni, l’economia circolare si è affermata come uno dei megatrend più promettenti del panorama economico globale. Non si tratta semplicemente di un modello alternativo alla tradizionale economia lineare, ma di una trasformazione strutturale che sta ridefinendo interi settori produttivi e creando nuove opportunità di investimento. I numeri parlano chiaro: secondo le più recenti analisi di mercato, i tassi di crescita annua composta (CAGR) dei settori legati all’economia circolare oscillano tra il 7,59% e il 24,4% nel periodo 2024-2034. Si tratta di percentuali che, in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità e alla resilienza delle catene del valore, non possono essere ignorate da chi cerca investimenti solidi e lungimiranti.
Ma non è solo una questione di potenziale di crescita. L’economia circolare si sta dimostrando anche una leva concreta di de-risking per gli investitori. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, le imprese che adottano modelli circolari mostrano una riduzione significativa del rischio di insolvenza: fino a 12 volte inferiore nel primo anno di attività rispetto alle aziende tradizionali. Questo accade perché l’economia circolare premia l’efficienza, il riutilizzo delle risorse e la riduzione degli sprechi – elementi che si traducono in una maggiore stabilità economica e in rendimenti più solidi nel tempo.
Un altro aspetto rilevante è la resilienza operativa. Le aziende che hanno abbracciato modelli circolari, soprattutto nel settore manifatturiero, hanno già ottenuto benefici tangibili. Solo nel 2024, le imprese italiane hanno registrato risparmi per oltre 16 miliardi di euro grazie a pratiche più efficienti e sostenibili. Eppure, questo rappresenta appena il 15% del potenziale stimato: secondo le proiezioni, i risparmi potrebbero superare i 119 miliardi entro il 2030. Ciò evidenzia quanto spazio ci sia ancora per crescere e innovare.
Tuttavia, come ogni opportunità, anche l’economia circolare presenta rischi economici e finanziari che non possono essere trascurati. L’adozione di materiali sostenibili e la trasformazione dei processi produttivi richiedono investimenti iniziali spesso elevati. Inoltre, la domanda per prodotti circolari è ancora soggetta a fluttuazioni, con il rischio di squilibri tra offerta e consumo. A questo si aggiunge la competizione con i modelli tradizionali: circa il 19% delle imprese indica nei costi più alti delle tecniche circolari un ostacolo rilevante, rendendo difficile il passaggio su larga scala.
A complicare ulteriormente lo scenario ci sono poi le barriere normative e operative. I quadri legislativi attuali non sono ancora pienamente adeguati a sostenere la transizione circolare. Normative frammentate, ostacoli al commercio di materiali secondari e l’assenza di standard internazionali per prodotti rigenerati rendono difficile l’espansione e l’integrazione di questi modelli su scala globale. Persino la Convenzione di Basilea del 1989, che regola il movimento transfrontaliero dei rifiuti pericolosi, non riconosce appieno le specificità dei processi circolari.
Per sfruttare tutte queste opportunità, i prodotti da scegliere sono l’Etf Bnpp Ecpi circular economy leaders (18,938 euro; Isin LU1953136527) e il fondo Robecosam circular economy equities D Eur (167,93 euro; Isin LU2092758726).
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