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La normativa sui bilanci di sostenibilità
2 mesi fa - venerdì 6 gennaio 2023
La nuova normativa sul reporting sostenibile
Le normative sulla sostenibilità a livello europeo sono in continuo divenire. Ne è la conferma l’approvazione nella seconda metà di dicembre della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che altro non è che la normativa su reporting di sostenibilità delle imprese, in altre parole come vanno fatti i cosiddetti bilanci di sostenibilità.
COME MAI UNA NUOVA NORMATIVA?
Le motivazioni di aver creato una nuova normativa sugli obblighi di reportistica per le aziende sono diverse. Prima di tutto questa nuova normativa va a colmare e superare alcuni limiti che aveva la normativa precedente, la NFRD, una normativa entrata in vigore nel 2014 e quindi oramai obsoleta visto che ai tempi non esisteva ancora quell'impianto normativo legato alla tassonomia, ma anche alle normative in tema di trasparenza su prodotti di finanza sostenibile (la cosiddetta SFDR). In secondo luogo, avere una reportistica che obbliga le società a dare una maggiore e più completa informazione nei confronti del loro posizionamento e del loro comportamento nei riguardi dei fattori di sostenibilità (in tema ambientale, sociale e di governance) è un altro tassello all'interno dell'intero corpo normativo europeo. Infatti, una maggiore trasparenza su queste tematiche è necessaria affinché un investitore possa conoscere effettivamente il comportamento delle aziende e quindi decidere nel modo più consapevole possibile quali sono le società più meritevoli. Aumentare la trasparenza non significa solamente aumentare la conoscenza del livello di sostenibilità su cui si sta andando di investire, ma aiuta anche a canalizzare in maniera più efficiente le risorse, i soldi, all'interno dei mercati finanziari a vantaggio e sostegno della sostenibilità.
COSA COMUNICARE?
I dati su cui bisognerà dare informativa sono, per quelli ambientali, oltre all’energia, l’esposizione ai rischi climatici a cui sono esposte le aziende, ma anche i loro piani per adattarsi ai cambiamenti climatici e per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 20250. Per quanto riguarda i fattori sociali, invece, bisognerà dare informazioni sulle condizioni di lavoro, il trattamento contrattuale, su diversità, inclusione, non discriminazione… Sulla corporate governance, imprese devono comunicare informazioni sulla gestione dell’impresa, sull’etica aziendale, sui rapporti con i clienti…
A CHI È RIVOLTA?
La CSRD si applicherà alle grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, a tutte le grandi imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro e a tutte le società quotate sui mercati regolamentati, ad eccezione delle microimprese. Queste società sono anche responsabili della valutazione delle informazioni applicabili alle loro controllate. Le regole valgono anche per le PMI quotate, tenendo conto delle loro caratteristiche specifiche. Per le PMI quotate sarà possibile di godere di un periodo transitorio, che le esenterà dall’applicazione della direttiva fino al 2028. Infine, per le società non europee, l’obbligo di fornire un rapporto di sostenibilità si applica a tutte le società che generano un fatturato netto di 150 milioni di euro nell’Unione europea e che hanno almeno una filiale o una succursale nell’UE.
QUANDO?
Nel 2025 per i dati riguardanti il 2024 per le società già soggette alla NFRD
Nel 2026 per i dati riguardanti il 2025 per le società che non sono attualmente soggette alla NFRD
Nel 2027 per i dati riguardanti il 2026 per le PMI quotate, ad eccezione delle microimprese, degli istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi e delle imprese di assicurazione captive
Nel 2029 per i dati riguardanti il 2028 per le imprese di Paesi terzi.