La Bce, parlando del rapporto tra politica monetaria e clima, ha esposto la sua visione del ruolo che le Banche centrali, comprese quella europea, hanno nei confronti della natura e del clima.
La posizione della Bce è quella per cui clima e natura sono rilevanti per le decisioni di politica monetaria – e questo per gli impatti che i rischi fisici e di transizione hanno sull’economia, sulle banche… e su qualunque attività economica svolta.
Partendo da questa visione, le Banche centrali hanno un ruolo da svolgere nei confronti di clima e natura, perché se è vero che quanto accade a causa dei cambiamenti climatici non è controllabile da una Banca centrale, è anche vero che l’intensità e l’ampiezza dei danni causati dal clima sono influenzabili dalla politica monetaria e di cui quest’ultima è anche responsabile.
In altre parole, la politica monetaria può svolgere un ruolo nella lotta e nella mitigazione del cambiamento climatico e dei suoi effetti. La conduzione della politica monetaria delle Banche centrali deve quindi tenere conto anche del fattore climatico.
Sempre per la Bce, è inevitabile che i rischi legati al clima e alla natura aumenteranno, ma l’approccio corretto non è quello di limitarsi a dire che sono fenomeni su cui non si può fare nulla – come visto in precedenza. Le Banche centrali possono intervenire ed avere un ruolo nel ridurre e contenere l’intensità e l’ampiezza dei rischi climatici.
Altrettanto scorretto è nasconderli: non parlarne non li farà scomparire, ignorarli non li renderà meno minacciosi per la politica monetaria e la vigilanza bancaria. In altre parole, se si ignorano, si minimizzano e si pensa addirittura che non esistano, gli effetti di questi rischi si manifestano – e manifesteranno – comunque, anche sulle attività di coloro che non se ne interessano e soprattutto gli effetti saranno peggiori.
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