I MERCATI AMBIENTALI
La nascita di borse come la GIX si inserisce in un contesto più ampio legato ai mercati ambientali. Le commodity ambientali sono beni scambiabili che rappresentano un beneficio ambientale specifico, come i crediti di carbonio o i certificati di energia rinnovabile (REC). Queste commodity sono strumenti fondamentali per le aziende che cercano di raggiungere obiettivi di sostenibilità, ridurre l'impronta di carbonio o rispettare le normative ambientali, ma non solo, creano incentivi finanziari per la sostenibilità. Il futuro dei mercati delle commodity ambientali è visto in crescita, con l'espansione dei mercati del carbonio, l'aumento delle iniziative di sostenibilità aziendale e l'integrazione della tecnologia (come la blockchain) per migliorare trasparenza e tracciabilità. Ma di cosa stiamo parlando di preciso?
COMMODITY NATURALI: COSA SONO
A differenza delle commodity tradizionali (come petrolio o grano) che hanno un valore fisico intrinseco e sono materie prime, le commodity ambientali rappresentano il valore di azioni o benefici ambientali positivi. Il loro valore deriva dalla capacità di compensare esternalità negative, come le emissioni di gas serra. In economia, le esternalità sono effetti di un'attività economica che incidono sul benessere di soggetti non direttamente coinvolti nella transazione, senza che questi ultimi siano risarciti per i costi o benefici che ne derivano. Queste possono essere positive o negative, e riguardano sia la produzione che il consumo.
I MERCATI DEL CARBONIO
I mercati del carbonio sono uno strumento per affrontare il cambiamento climatico scambiando emissioni o riduzioni di emissioni. Ne esistono due tipi principali: i cap and trade schemes (o sistemi di scambio di emissioni, ETS) e i meccanismi baseline-and-credit, chiamati anche meccanismi di offsetting.
- Negli ETS, le aziende scambiano permessi di inquinare in futuro. Il governo ha il controllo sulla quantità totale di emissioni per il gruppo di partecipanti.
- Nei meccanismi di offsetting, si scambiano unità di riduzione delle emissioni ("offsets") che rappresentano una tonnellata di CO2 equivalente già ridotta. L'idea è che le aziende paghino altri per ridurre le emissioni anziché farlo da sole. L'offsetting può portare a un "gioco a somma zero", dove una tonnellata è emessa e una è ridotta altrove.
I mercati globali del carbonio finora sono stati quasi esclusivamente meccanismi di offsetting. Esempi noti includono i mercati del Protocollo di Kyoto, come il Clean Development Mechanism (CDM), l'International Emissions Trading (IET) e il Joint Implementation (JI). Questi mercati hanno avuto delle criticità, come la disponibilità di troppi crediti, il rischio di "aria calda" (hot air problem). Di cosa si tratta? Il problema dell'“hot air” nei crediti di carbonio si riferisce al rischio che i crediti di carbonio vengano utilizzati per compensare le emissioni senza che ci sia un reale beneficio ambientale. Questo accade, ad esempio, quando un paese, avendo superato il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni, vende i crediti di carbonio ad altri paesi, senza che ciò porti ad ulteriori riduzioni effettive. Una delle principali sfide nei mercati del carbonio post-2020 è evitare il doppio conteggio. Ciò accade quando una riduzione delle emissioni viene contata sia dal paese o entità che l'ha realizzata sia dall'entità che acquista il credito. Per evitarlo, è fondamentale che i paesi applichino degli "aggiustamenti corrispondenti" (corresponding adjustments) alle loro emissioni riportate quando vendono crediti.
Esiste anche un mercato volontario del carbonio, dove aziende private acquistano crediti su base volontaria per scopi di responsabilità sociale d'impresa o miglioramento dell'immagine pubblica. Anche questo mercato presenta delle criticità, tra cui il rischio di doppio conteggio con gli obiettivi nazionali dei paesi ospitanti e la "non addizionalità" dei progetti. La "non addizionalità " si riferisce a progetti di compensazione delle emissioni di carbonio (carbon offset) che non producono un reale beneficio ambientale aggiuntivo rispetto a quanto si sarebbe realizzato comunque senza il progetto. In altre parole, non sono realmente "addizionali" perché le attività di riduzione delle emissioni sarebbero state realizzate in ogni caso, indipendentemente dal progetto di compensazione.