Rimbalzo poco brillante per la Cina

Cina
Cina
Il settore immobiliare cinese, oggetto delle restrizioni poste in campo dal Governo del Paese, sembra avere scongiurato una profonda crisi, ma la fiducia dei consumatori cinesi resta ancora debole e la crescita economica stenta a ripartire. Le restrizioni degli anni passati hanno interessato anche il settore tecnologico, determinando un aumento della disoccupazione giovanile. Si tratta di un fenomeno nuovo per un Paese in cui, ogni anno, circa 10 milioni di persone completano l'istruzione superiore. La mancanza di prospettive per questi giovani è tanto più grande in quanto, data la sua demografia molto sfavorevole, il Paese deve incrementare la sua natalità e aumentare la domanda di beni e di servizi proveniente da questa generazione per centrare i suoi obiettivi: uno sviluppo sempre più sostenuto dal mercato interno e meno dipendente dalle esportazioni.
Il settore immobiliare cinese sta ritrovando il suo equilibrio grazie a una serie di piccoli aiuti, tra cui condizioni di finanziamento più favorevoli e aiuti alle piccole e medie imprese, nonché al minor numero di progetti immobiliari che consentono di riequilibrare la domanda e l’offerta senza una forte correzione dei prezzi.
Delle restrizioni poste in essere dal Governo di Pechino abbiamo parlato su Investi 1505.
I servizi e la tecnologia attraggono principalmente una forza lavoro giovane.
Le esportazioni trainano l'economia
È vero che la domanda proveniente dai mercati occidentali è debole, ma la Cina, avendo un portafoglio di clienti ben diversificato, sta beneficiando della domanda asiatica che sta andando bene.
Inoltre, a differenza di quanto sta succedendo altrove, i produttori cinesi non devono far fronte ad un forte aumento dell'inflazione e dei costi di produzione. Con la riapertura tardiva dell'economia cinese e la sua mancanza di dinamismo, lo yuan è stato “snobbato”, tanto che nell’ultimo anno ha perso circa il 5% rispetto all'euro e al dollaro statunitense. La Cina, beneficiando dello yuan più debole, sta così recuperando competitività e è ben posizionata per sfruttare il rimbalzo della domanda in Occidente, attesa a partire dal 2024.
Forte nonostante tutto
Le autorità di Pechino agiscono a piccoli passi, aggiustando di volta in volta le leve a loro disposizione per raggiungere i loro obiettivi. Anche se ora la crescita economica cinese è deludente, i tassi d’interesse continuano a essere abbassati, i crediti d'imposta aumentano e altre misure saranno annunciate nei prossimi mesi. Noi prevediamo per il 2023/2024 una crescita media del 4,75%, un livello debole per questo Paese, ma superiore a quello atteso in Europa. Per queste ragioni, il mercato cinese non deve mancare in un portafoglio ben diversificato. Consigliamo di investire il 10% nella Borsa di Pechino a chi segue la nostra strategia dinamica e equilibrata, mentre l’investitore difensivo deve avere il 5% investito in azioni cinesi e il 5% in obbligazioni in yuan. Per la parte azionaria del portafoglio puoi acquistare l’Etf Hsbc Msci China Ucits Etf (6,43 usd, IE00B44T3H88), mentre per la parte obbligazionario della strategia difensiva puoi comprare l’Etf iShares China CNY Bond (4,65 usd, IE00BYPC1H27).
Il mondo degli affari fa i conti con la cina
Nel mondo degli affari sono molti a mantenere legami diretti con la Cina, sia perché è un mercato importante, sia perché rappresenta una parte non trascurabile della loro filiera produttiva. La tedesca BASF (46,35 euro, mantieni), ad esempio, confermando l'intenzione di riorientare i suoi investimenti in Asia, prevede di investire, entro il 2030, 10 miliardi di euro in un enorme complesso produttivo in Cina. Anche le aziende farmaceutiche, viste le dimensioni e l’invecchiamento della popolazione cinese, stanno provando sempre più interesse per questo Paese. In particolare, per la britannica AstraZeneca (11686 pence, vendi) la Cina rappresenta il secondo mercato dopo gli Usa, anche se ha visto diminuirvi le vendite (passate dal 20% nel 2020 al 13% nel 2022). Per quanto riguarda il settore del lusso, si stima che almeno un terzo del fatturato del colosso LVMH (843,7 euro, vendi) proverrà dai clienti cinesi, da cui d’altronde, in tempi “normali”, deriva gran parte della crescita di questo settore.
A breve e medio termine, le speranze riposte dal settore del lusso nei clienti cinesi sono importanti vista la minaccia di un rallentamento economico negli Usa, l’altro mercato principale per questo settore. Anche altri grandi marchi occidentali, come L'Oréal (409,8 euro, vendi) e Adidas (174,18 euro, vendi), fanno affidamento sulla Cina.
Il settore automobilistico cinese sta conquistando nuove quote di mercato, soprattutto sul mercato interno dove la cinese BYD si è classificata al 1° posto nel 1° trimestre 2023, davanti a Volkswagen. In Cina ci sono circa 120 produttori di auto elettriche e, a parte BYD e Tesla, la maggior parte di loro (Nio, Li Auto, Xpeng, ….) è in perdita. Di conseguenza, anche se il settore automobilistico europeo non è caro e l'auto elettrica costituisce un importante vettore di crescita, per ora è meglio non acquistare azioni di società cinesi operanti in questo settore, ma puoi mantenere i titoli che hai già.
Prezzi al 15 giugno 2023
Attendi, stiamo caricando il contenuto