Messico: crescita in frenata

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L’aumento dell’inflazione messicana ha avuto il suo picco nel 2022, quando si è avvicinata al 9%. Per contrastarla, la Banxico (la Banca centrale messicana) ha alzato i tassi ufficiali ben 15 volte dall’inizio dell’estate del 2021, passando dal 4% all’11,25% nel marzo 2023, livello mantenuto finora. Questi tassi hanno attratto sia capitali esteri, sia soldi risparmiati dagli emigrati messicani negli Usa, determinando un deciso aumento delle rimesse di denaro verso il loro Paese. Dal primo aumento dei tassi d’interesse il peso si è apprezzato di oltre il 30% sull’euro e, nello stesso periodo, la Borsa messicana ha guadagnato, in euro, il 66%. L'inflazione è ora scesa al 4,7%, ma la Banxico non ha fretta di abbassare i tassi: come altre Banche centrali, vuole evitare un possibile rimbalzo dei prezzi al consumo. In questo caso, poi, la prudenza è d’obbligo visto che il Messico è chiamato alle urne il prossimo 2 giugno: verrà eletto il nuovo Presidente per i prossimi sei anni, tutti i rappresentanti della Camera e del Senato.
Tassi d’interesse elevati pesano sulla capacità di spesa delle famiglie e contribuiscono al rallentamento dell’economia.
Investimenti senza precedenti
Il Messico ha sempre beneficiato di legami privilegiati con gli Usa. Il libero accesso al mercato nordamericano e canadese ha assunto ancor più importanza quando le Autorità statunitensi hanno manifestato il desiderio di ridurre la loro dipendenza dalla Cina e di accorciare e rendere più sicure le loro catene di approvvigionamento (vedi Investi n° 1526); ciò ha provocato un’ondata di investimenti sul territorio messicano, che ha assunto dimensioni enormi da quando negli Stati Uniti è stato approvato l’Inflation Reduction Act, che mira a promuovere la transizione energetica e a rendere gli Stati Uniti un leader in questo settore. Visto che il Made in Mexico beneficiava di aiuti da parte degli Usa, i produttori di automobili, batterie e semiconduttori vi hanno fatto rotta per costruire, a costi più bassi, i beni che avrebbero poi venduto sul mercato nordamericano. Non sorprende quindi che, nonostante gli alti tassi di interesse, gli investimenti siano rimasti sostenuti e il tasso di disoccupazione sia sceso ai minimi.
I benefici agli elettori si moltiplicheranno e il deficit pubblico messicano (la somma dei deficit pubblici del passato) rischia di lievitare. Inoltre, queste elezioni si svolgeranno in un ambiente molto vivace, con investimenti e un mercato del lavoro in forma. Le Autorità monetarie temono che un’ondata di denaro pubblico si riversi nell’economia, provocando una nuova impennata dei prezzi al consumo.
L'integrazione dell'economia messicana con i mercati americano e canadese è stata rafforzata con la firma del trattato di libero scambio NAFTA, più di 25 anni fa, che è stato poi sostituito dall’USMCA (in vigore dal luglio 2020).
Una Borsa interessante
Nonostante il guadagno messo a segno negli ultimi 12 mesi, la Borsa messicana non è cara: il MSCI Mexico, il suo indice principale, ha una valutazione vicina a quella, media, degli indici dei Paesi emergenti ed è meno costoso dell'indice mondiale dominato dagli Stati Uniti. Il MSCI Messico è rappresentato per il 38% dal settore dei beni di consumo di prima necessità, che dovrebbe continuare a beneficiare del buon andamento del mercato del lavoro e del progressivo calo del costo del denaro. Se segui la nostra strategia equilibrata o quella dinamica nel tuo portafoglio non devono mancare le azioni della Borsa messicana, che sono presenti per il 5%: puoi acquistarle tramite un Etf, noi ti consigliamo l’Xtrackers Msci Mexico (6,65 euro, Isin LU0476289466).Attendi, stiamo caricando il contenuto