Svizzera: diversificazione interessante?

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Tra i settori di punta della Borsa di Zurigo spiccano la salute (34% dell'indice MSCI Switzerland), il settore alimentare che pesa il 20% dell’indice e quello finanziario-assicurativo che rappresenta il 18%. Si tratta di settori stabili e di vecchia data. Inoltre, questo mercato azionario offre dividendi regolari, ora intorno al 3%. Per questo le sue azioni sono una presenza rassicurante in portafoglio, contribuendo a limitarne la volatilità in periodi di mercati nervosi. Tuttavia, sebbene le aziende svizzere siano solide, non si tratta certo di società in spiccata crescita: infatti i settori più modaioli, come quello tecnologico o dell’intelligenza artificiale sono poco presenti. Nonostante i rendimenti molto bassi, nel 2021 e 2022 le obbligazioni in franchi svizzeri sono state ricercate dagli investitori che vi hanno visto un investimento sicuro e meno sensibile all’erosione dell’inflazione e quando alla fine del 2023 gli investitori hanno cominciato a scommettere su un rapido calo dei tassi ufficiali negli Stati Uniti e nella zona euro, il franco si è apprezzato poiché il differenziale di tassi che lo separava dal dollaro e dall’euro sembrava destinato a ridursi. Tuttavia, negli Usa e nella zona euro, l’inflazione non demorde. Le riduzioni dei tassi saranno quindi inferiori a quanto previsto solo alcuni mesi fa e inizieranno più tardi di quando ci si aspettasse. In Svizzera, al contrario, l'inflazione è in forte calo (non ha superato l'1,2% a febbraio), perciò la sua Banca centrale ha iniziato ad abbassare i tassi prima delle altre – a sorpresa è già arrivata una sforbiciata dall’1,75% all’1,5%.
Come si piò spiegare la performance deludente delle azioni svizzere da inizio anno? Una giustificazione è che se gli investitori si accontentavano di livelli di dividendi intorno al 3% quando i tassi di interesse erano bassi – come è avvenuto negli ultimi due decenni e fino al 2023 – ora che i rendimenti sui mercati obbligazioni superano già il 3% è normale che tendano a ricercare rendimenti molto più elevati.
Al suo picco, l’inflazione svizzera superava di poco il 3,5%.
La Banca centrale svizzera ha vinto la sua battaglia contro l’inflazione molto prima delle altre Banche centrali.
La prospettiva di una prossima riduzione dei tassi ufficiali se, da una parte, sta indebolendo il franco, dall’altra, non rappresenta una brutta notizia per la Borsa svizzera.
La Borsa pronta a scattare al taglio dei tassi
Le aziende svizzere subiscono da tempo l’impatto negativo di un franco caro: sia perché ciò rende i loro prodotti più costosi sui mercati internazionali, sia perché pesa sulla loro competitività rispetto a concorrenti di altri Paesi dove la moneta è meno cara. E poi pesa sui profitti realizzati all’estero che si riducono una volta convertiti in franchi. Quindi, un deprezzamento del franco dovrebbe dare un po’ d’ossigeno al mercato azionario del Paese. Occhio però, non ci aspettiamo un calo prolungato del franco svizzero, ma piuttosto un suo ritorno verso livelli più vicini al suo valore di equilibrio. Infatti, la valuta elvetica parte da livelli elevati, con fondamenti solidi perché il Paese ha delle finanze sane, a differenza della maggior parte delle altre principali economie mondiali.
Secondo noi la Borsa svizzera resta un investimento interessante: offre agli investitori che desiderano costruire un portafoglio solido e ben diversificato delle società dalle finanze sane, con livelli di dividendi interessanti e prevedibili, nonché una buona capacità di resistenza quando aumenta la volatilità sui mercati. Grazie a queste caratteristiche le azioni elvetiche non possono mancare in un portafoglio ben diversificato: sono infatti presenti per il 5% in tutte e tre le nostre strategie. Puoi investirci acquistando l’Etf Ubs Etf Msci Swit. 20/35 (26,37 euro, Isin LU0977261329) oppure il fondo AXA WF Switzerland Eq. F (106,1 chf, LU0087657408).
In altre parole, Zurigo non subirà la stessa sorte di Tokio, dove il crollo dello yen verso i minimi storici ha contribuito a spingere il mercato azionario verso nuovi massimi storici.
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