Le azioni brasiliane tornano all’acquisto

Investimenti
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I primi due mandati di Lula da Silva come presidente del Brasile, tra l'inizio del 2003 e la fine del 2010, sono stati accompagnati dall'apertura e dalla modernizzazione dell'economia brasiliana con un vero e proprio boom della borsa di San Paolo. Il ritorno al potere nel 2023 è stato accolto meno bene: ora è più interventista, soprattutto per quanto riguarda il controllo delle imprese statali, ed è anche meno preoccupato per l'equilibrio delle finanze pubbliche. È un atteggiamento di sfida verso gli investitori che avrebbe potuto indebolire gli asset finanziari brasiliani e il real.
Ma non è stato così: dal ritorno al potere di Lula, il real si è apprezzato un po’ sull'euro, mentre la Borsa di San Paolo ha guadagnato circa il 20% in euro, una performance non delle migliori, ma onorevole. Allo stesso tempo, le obbligazioni brasiliane han fatto pure di più.
Più fattori spiegano questi buoni risultati; tra questi, il fatto che il processo di riforma è ben avviato. L’introduzione dell’IVA, che sostituisce una miriade di imposte sui consumi, è una delle misure di punta di una riforma fiscale che mira a semplificare le tasse, aumentare le entrate fiscali ma che ha anche il potenziale per rivitalizzare l’attività economica. S&P ha rivisto al rialzo il rating del debito brasiliano alla fine del 2023. E quando Moody's si è interessata all'argomento a inizio primavera, ha constatato i progressi compiuti con l'obiettivo di ridurre gradualmente il debito pubblico a livelli sostenibili, gettando le basi per una crescita migliore. L'outlook (cioè l’indicazione di come potrebbe muoversi in futuro il rating brasiliano) è stato così rivisto al rialzo. Il verdetto, quindi, è chiaro: Lula non è un leader convenzionale, ma è in grado di garantire stabilità.
Dal suo ritorno al potere il 1° gennaio 2023, il presidente brasiliano Lula da Silva non ha cercato di rassicurare gli investitori. Tuttavia, al di là dei discorsi, è chiaro che le Autorità brasiliane stanno facendo un buon lavoro per stabilizzare l'economia brasiliana e il processo di riforma sta gettando le basi per un Brasile più dinamico.
LA BANCA CENTRALE LOTTA PER ESSERE CREDIBILE
La Banca Centrale ha fatto di tutto per affermare la sua credibilità. A lungo è stata l’istituzione più credibile del Paese, non esitando a spingere i tassi fino al 13,75% per combattere l’inflazione. Da quando Lula è al potere, i membri della Banca da lui nominati si sono concentrati più sul sostegno alla crescita che sull’inflazione con diverse riduzioni dei tassi. Ma la banca non ha messo a repentaglio la sua reputazione. A questo livello, i tassi restano alti e sopra l’inflazione. Ciò sostiene il real e rafforza la credibilità della Banca centrale, anche se peserà sull’economia, con la crescita che dovrebbe rimanere un poco al di sotto del 2% nel 2024 prima di raggiungerlo nel 2025.
Quando la Fed Usa ha frenato gli entusiasmi circa l’idea di abbassare i tassi nel 2024, le Autorità brasiliane hanno subito fatto passare il messaggio: anche i tassi brasiliani scenderanno meno del previsto nel 2024. Questo ha contribuito a mantenere alta la credibilità della Banca centrale.
LA BORSA BRASILIANA VALE UNA PICCOLA PUNTATA
Le prospettive della Borsa di San Paolo sono interessanti. Finanziari, energia e le materie prime rappresentano circa 2/3 di questo mercato generoso in termini di dividendi (6,9% a fine aprile) e offre livelli di valutazione inferiore a molti altri (rapporto prezzo/utili inferiore a 10). Purtroppo, non è esente da debolezze: a fronte dell'elevato debito, il Paese soffre quando il prezzo del credito aumenta. Allo stesso tempo, i suoi esportatori soffrono di un eventuale rallentamento della domanda globale. Il mercato azionario brasiliano è quindi molto volatile e sarà di particolare interesse per gli investitori con una limitata avversione al rischio.
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