La politica dei tassi Usa si ripercuote anche sull’Indonesia

Indonesia
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Su Investi 1559 la Borsa di Jakarta, che era presente al 5% solo nella nostra strategia dinamica, è entrata anche nella nostra strategia equilibrata, sempre per il 5%. Ecco una panoramica di ciò che sta succedendo nel Paese.
Il dollaro è il sovrano …
Gli alti tassi di interesse negli Stati Uniti e il dollaro americano caro sono una combinazione di fattori che non giova alle economie dei Paesi emergenti che per poter finanziare gli investimenti di cui necessitano, essendo poveri di risparmi (almeno la maggior parte di loro), devono procurarsi capitali esteri. Gli investitori internazionali, prima di concedere loro un prestito, considerano il tasso “privo di rischio” (ossia quello del debito americano) a cui aggiungono un “premio di rischio”.
Quanto migliore è la governance di un Paese, tanto più il premio per il rischio sarà contenuto.
Grazie a un decennio di stabilità e di politiche monetarie, fiscali e di bilancio credibili, l’Indonesia è stata in grado di limitare il “premio di rischio” richiesto dagli investitori internazionali per investire nel Paese. All’inizio del 2024, il suo debito a 10 anni veniva scambiato ad un tasso d’interesse circa il 6,7%, un livello inferiore a quello di molti altri Paesi emergenti. Tuttavia, quando il tasso di interesse "privo di rischio" (quello degli Stati Uniti) aumenta, come in questo periodo perché la Fed non sembra aver fretta di abbassare i suoi tassi ufficiali, gli interessi complessivi richiesti ai Paesi emergenti è destinato a salire. Proprio per questo il tasso indonesiano a 10 anni è salito ora verso il 7,3%.
Non appena i tassi americani aumentano, il mondo emergente ne paga le conseguenze perché aumenta la remunerazione richiesta dagli investitori secondo l’algoritmo: tasso d’interesse privo di rischio + premio per il rischio.
… perciò il dollaro comanda
L'aumento dei tassi d'interesse americani tende anche a indebolire la valuta indonesiana: quando gli Usa offrono rendimenti elevati attirano il risparmio globale, e molti investitori si affrettano a fuggire dalle monete dei Paesi emergenti, che si indeboliscono. Il calo della moneta fa lievitare i prezzi dei prodotti importati e rischia di rilanciare l'inflazione in Indonesia, che dall’inizio dell’anno era stata contenuta intorno al 2,5%-3%. Per mantenere l’inflazione sotto controllo e rimanere credibile nella sua politica monetaria, la Banca centrale indonesiana ha rialzato in diverse occasioni il tasso ufficiale, ora al 6,25%: una decisione ben accolta dagli investitori e che ha permesso di stabilizzare i tassi di cambio.
Dall'inizio dell'anno la rupia indonesiana ha perso circa il 5% del suo valore rispetto al dollaro americano.
Un futuro niente male
Al di là delle questioni sollevate dal delicato contesto globale, l’Indonesia può fare affidamento sia sulla sua stabilità politica, sia sul fatto che il nuovo Presidente Subianto proseguirà la strada tracciata nell’ultimo decennio dal suo predecessore, il popolarissimo Jokowi. Quest’ultimo è stato in grado di rilanciare gli investimenti e trasformare il Paese. Un tempo semplice produttore di materie prime a basso valore aggiunto, l'Indonesia ha deciso di vietare le esportazioni di nichel - un metallo essenziale per la transizione energetica, di cui è il principale produttore al mondo - e di bauxite. Con il divieto di esportazione, coloro che desideravano avere accesso a queste materie prime essenziali sono stati costretti a lavorarli nel Paese.
Sostenuto dagli investimenti esteri e dall’emergere di una classe media, il Paese è sulla buona strada per crescere di circa il 5% da quest’anno fino al 2026. Ma il Presidente eletto Subianto intende andare oltre, e ha annunciato un obiettivo di crescita di circa l’8% per la fine del suo mandato; un livello di crescita che, se raggiunto, renderebbe l’Indonesia una delle economie più dinamiche del pianeta. A tal fine, intende utilizzare le risorse del Paese per ridurre la sua dipendenza energetica, in particolare attraverso un maggiore utilizzo di biocarburanti. Intende, inoltre, migliorare l’accesso a Internet per digitalizzare l’economia. E conta, infine, di migliorare il livello della forza lavoro, per accrescere la competitività del Paese.
La decisione di obbligare la lavorazione delle materie prime nel territorio di estrazione ha dato buoni frutti e ora l’Indonesia assorbe una parte crescente della catena di produzione, con gli investitori di tutto il mondo, in particolare dall'Asia, che si affrettano a investire nell'arcipelago.
Le misure che si prefigge di attuare il Presidente Subianto sono ambiziose, ma la loro realizzazione sembra a portata di mano, in particolare grazie alla collaborazione di Singapore, Cina, Giappone e Corea del Sud, che sono tra i maggiori investitori del Paese.
Una Borsa su cui puntare
A differenza di molti altri mercati emergenti, tra cui l’India, la Borsa indonesiana non è cara. Inoltre, le sue azioni sono generose in termini di dividendi. Crediamo che in questo momento, complice il deprezzamento della rupia indonesiana e la Borsa di Giakarta cresciuta meno di altri mercati azionari, si aprano diverse opportunità per investire nel Paese. Abbiamo perciò deciso che questo mercato azionario merita di essere presente, per il 5%, non solo nella nostra strategia dinamica, ma anche in quella equilibrata. Puoi investirci acquistando l’Etf Amundi MSCI Indonesia (127,5 euro, LU1900065811).Attendi, stiamo caricando il contenuto