L’indice composito Pmi (che tiene conto sia dei servizi sia del manifatturiero) nell’eurozona ad ottobre è diminuito a 47,1 punti, dai 48,1 di settembre. Salgono così a quattro i mesi consecutivi in cui l’indice registra un valore inferiore a 50, segnalando, di conseguenza, una contrazione per l’attività di eurolandia. E le notizie negative non si fermano a questo, visto che il calo dell’attività registrato ad ottobre è il più rapido da aprile 2013, ad esclusione dei lockdown durante la pandemia. La fiducia per l’anno prossimo è oggi su uno dei più bassi valori degli ultimi due anni, stabilizzandosi però da settembre.
Il settore manifatturiero è quello che ha rallentato maggiormente, calando per il quinto mese consecutivo e con una diminuzione la cui entità non si vedeva da luglio 2012, ad eccezione del periodo pandemico. Il terziario non è però da parte sua in acque tranquille, tutt’altro. È calata per il terzo trimestre consecutivo, segnando una contrazione mai vista da maggio 2013 – sempre senza tenere conto della pandemia.
A livello geografico, infine, la Germania ha registrato la contrazione economica più elevata mentre in Francia la crescita è stata quasi nulla. Negli altri Paesi si registra un calo dell’attività per il secondo mese consecutivo.
Il terzo trimestre si è aperto dunque con la maggior contrazione dell’attività degli ultimi 10 anni, se si esclude un evento eccezionale come la pandemia, e questi sono dati precursori di una recessione. Dunque, confermiamo che non devi avere azioni della zona euro in portafoglio. Discorso contrario per i bond.