L'elevata volatilità è tornata nei mercati obbligazionari del Regno Unito. Dalla presentazione alla fine di settembre del nuovo piano fiscale, che aumenterà drasticamente il deficit di bilancio britannico e che lascia il percorso del debito su una dinamica insostenibile, gli investitori hanno evitato il debito britannico e chiesto tassi di interesse molto più alti per finanziare il Paese. Avendo superato durante la settimana il 4,6% per un bond decennale, e il 5,1% per quello a 30 anni, i tassi britannici sono vicini – e addirittura superano in determinati momenti e su determinate scadenze – i tassi italiani.
Questo forte deterioramento delle condizioni del debito britannico (il decennale era scambiato a meno dell'1% all'inizio dell'anno) non è privo di impatto sui fondi pensione. L'aumento dei tassi di interesse comporta pesanti perdite sui loro portafogli obbligazionari, lasciando questi fondi pensione, che sono altamente esposti a questo mercato, a corto di liquidità e costretti a vendere altre attività (come le obbligazioni societarie). Ciò solleva timori di contagio ad altri settori.
Sono stati questi timori di contagio a costringere la Banca d'Inghilterra a intervenire, annunciando di essere disponibile ad acquistare titoli di Stato come acquirente di ultima istanza. Misure che si sono concluse il 14 ottobre. Alla fine, per calmare i mercati, il governo britannico si è sbarazzato del suo ministro delle finanze, sostituendolo con Jeremy Hunt, che dovrebbe annunciare nuove misure lunedì - oggi. Resta da vedere se sarà in grado di calmare gli investitori e se le misure che annuncia salveranno il governo Truss.
I problemi britannici sono una sorta di consiglio ai governanti di tutto il mondo: in un momento in cui l'aumento generalizzato del costo del credito sta minando molti attori della vita economica e finanziaria, il minimo passo falso può avere conseguenze importanti e far precipitare in una crisi alcune nicchie del settore finanziario, cosa che nessuno vuole.
Nell'area dell'euro, la Banca centrale europea deve gestire l'aumento dei tassi di interesse– e l'aumento del costo del credito nel suo complesso – in un contesto caratterizzato da un'inflazione vertiginosa, da un debito molto elevato e da un'economia che si sta dirigendo verso la recessione. Anche questo compito si preannuncia estremamente difficile e anche il mondo politico dovrà dar prova di responsabilità.
Per quanto riguarda i tuoi investimenti, stai lontano dalle obbligazioni inglesi, mentre puoi puntare sulla Borsa inglese. Per i mercati della zona euro, invece, vale il contrario: niente azioni, ma sì ai bond. Per sapere in quali casi, e quanto, puoi acquistare i bond della zona euro oppure le azioni inglesi, consulta le nostre strategie di portafoglio.