La Banca centrale australiana (RBA) ha aumentato i tassi d’interesse, come da attese, da 3,35% al 3,6% e non finirà qua. La RBA, infatti, prevede che sarà necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria per garantire che l'inflazione torni all'obiettivo e farà tutto il necessario per raggiungere questo obiettivo.
Per quanto riguarda l’economia, la crescita è rallentata, con il Pil in aumento dello 0,5% nel quarto trimestre e del 2,7% nel corso dell'anno. La crescita dei consumi delle famiglie è rallentata a causa delle condizioni finanziarie più rigide e le prospettive per la costruzione di case si sono indebolite. Al contrario, le prospettive per gli investimenti delle imprese rimangono positive, con molte imprese che operano a un livello di utilizzo della capacità molto elevato. Il mercato del lavoro rimane invece molto teso, anche se le condizioni si sono un po' allentate. Il tasso di disoccupazione rimane vicino al minimo degli ultimi 50 anni. La crescita dei salari continua a salire in risposta alla tensione del mercato del lavoro e all'aumento dell'inflazione.
Per quando riguarda il carovita, sembra che l’inflazione abbia raggiunto il picco. Il carovita dovrebbe dunque moderarsi a causa sia degli sviluppi globali sia della minore domanda in Australia. L'inflazione dei prezzi dei servizi rimane invece elevata, con una forte domanda di alcuni servizi durante l'estate. Gli affitti stanno aumentando al ritmo più veloce degli ultimi anni. La previsione della RBA è dunque che l'inflazione diminuisca quest'anno e il prossimo, intorno al 3% a metà del 2025.
Per quanto riguarda gli investimenti: i bond in dollari australiani non sono da acquistare, mentre le azioni sono presenti in termini di diversificazione nel solo portafoglio dinamico.