La Federal Reserve statunitense ha nuovamente aumentato il suo tasso di interesse di riferimento dello 0,25, portandolo al livello più alto dal 2007, tra il 4,75% e il 5%.
La crisi bancaria e le turbolenze finanziarie delle ultime settimane non hanno portato la Fed a optare per lo status quo. Credono infatti che "il sistema bancario statunitense sia forte e resiliente" e che può quindi sopportare un ulteriore aumento dei tassi di interesse. La priorità è sempre quella di contenere le pressioni inflazionistiche, che si stanno allentando solo molto lentamente e rimangono significative.
Va notato che la crisi bancaria ha, tuttavia, influenzato la politica monetaria degli Stati Uniti. Qualche settimana fa, il presidente della Fed aveva infatti detto che il livello di inflazione li avrebbe probabilmente costretti ad alzare i tassi più bruscamente del previsto e le attese di mercato erano per un rialzo dello 0,5%, cosa che poi non è avvenuta. Un aumento dello 0,50% a marzo non è stato escluso dai mercati. E per il futuro? Dieci dei 18 membri del comitato di politica monetaria prevedono un tasso di interesse di riferimento del 5,25% entro la fine dell'anno (il livello medio atteso per fine anno è del 5,1%, quindi lo spazio per un altro rialzo c’è). Nel 2024, se l'inflazione scenderà come previsto, la Federal Reserve inizierà a tagliare il suo tasso di interesse (il livello medio atteso è infatti del 4,3%).
Gli investimenti negli Stati Uniti sono essenziali in un portafoglio adeguatamente diversificato. Acquista il 5, il 10 o il 15% delle azioni statunitensi a seconda del tuo portafoglio (difensivo, neutrale o dinamico). Le obbligazioni in dollari sono un’altra fonte di diversificazione utile per ridurre il rischio complessivo di un portafoglio.