L'economia statunitense ha creato 236.000 posti di lavoro a marzo (attese a 239.000): si tratta delle creazioni di posti di lavoro più deboli da dicembre 2020, ma c’è anche da adire che il numero di nuovi posti di lavoro è stato particolarmente elevato nei primi due mesi dell'anno, con una cifra cumulata di 783.000. Anche la creazione di posti di lavoro a marzo è sufficiente a preservare la piena occupazione. Il tasso di disoccupazione è addirittura sceso il mese scorso al 3,5% dal 3,6% di febbraio. La crescita annua dei salari è scesa al 4,2% dal 4,6% di febbraio.
Il rapporto sull'occupazione di marzo trasmette l'immagine di un'economia statunitense ancora sulla via dell'espansione. Dopo la ripresa post-covid che ha spinto la creazione di posti di lavoro a livelli record, è normale che l'economia statunitense stia ora creando meno posti di lavoro. Insieme all'allentamento delle pressioni inflazionistiche, è anche logico che la crescita dei salari debba rallentare.
Va notato che le turbolenze bancarie di marzo non hanno ancora avuto un impatto sul mercato del lavoro. Solo nei prossimi mesi l'attività economica rischia di essere penalizzata da condizioni di credito più restrittive.