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Il punto sul cambio dollaro-euro

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Data di pubblicazione 18 luglio 2023
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Il punto sul cambio euro-dollaro

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La moneta unica è tornata su livelli che non si vedevano da più di un anno: cosa fare con la valuta americana?

Se l'inflazione statunitense è sulla buona strada, dovrebbe dimostrarsi più persistente nell'area dell'euro, a causa delle rigidità del mercato del lavoro, della scarsa mobilità del lavoro, della dipendenza dall'approvvigionamento energetico e a causa delle normative associate alla transizione energetica, che impongono vincoli (e costi aggiuntivi) alle imprese. Di fronte a questo scenario, ci sono tutte le ragioni per credere che la Banca centrale europea continuerà ad aumentare i suoi tassi di riferimento più a lungo della Federal Reserve statunitense e il differenziale dei tassi di interesse – che da tempo gioca a favore del dollaro USA – inizierà a ridursi.

La Banca centrale europea non è sola. Molte altre banche centrali non avranno altra scelta che rimanere sul percorso rialzista. Il biglietto verde sta quindi perdendo slancio sui mercati dei cambi. A oltre 1,12 USD per 1 € per la prima volta da marzo 2022, il biglietto verde perde terreno anche rispetto alla maggior parte delle altre principali valute del pianeta. Tuttavia, la continuazione di questo andamento a sfavore del dollaro è tutt'altro che certa.

In primo luogo perché le prospettive per l'economia europea rimangono cupe. In secondo luogo, perché i mercati osserveranno qualsiasi cambiamento nel discorso della Bce. Con i paesi dell'Europa meridionale molto preoccupati per l'aumento dei costi di finanziamento del debito pubblico, il continuo aumento dei tassi di interesse di riferimento sarà probabilmente fonte di tensione.

Inoltre, il commercio è in evoluzione: dopo un buon decennio di crescenti eccedenze commerciali con gli Stati Uniti, l'Europa ha visto questi scambi subire un arresto improvviso nel 2022, anno in cui l'Europa è diventata uno dei principali importatori di idrocarburi americani. Allo stesso tempo, il deficit commerciale con la Cina si sta ampliando, poiché questo paese approfitta della transizione energetica per aumentare la sua quota di mercato in Europa. La domanda di euro dovrebbe pertanto essere inferiore a quella del passato.

Tutti questi fattori significano che le sorti del cambio euro/dollaro sono tutt’altro che già decise. Ecco perché il biglietto verde si conferma nei portafogli.