Germania, tra pubblico e privato
Analisi Mercati
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Pensioni, aiuti alle famiglie e sussidi alle imprese per i prezzi elevati dell’energia rischiano di assorbire parte del capitale necessario per finanziare il piano di investimenti e non contribuiscono né a restituire al Paese competitività né a prepararlo per il futuro. Le imprese, soprattutto quelle industriali, percepiscono un contesto poco favorevole agli investimenti e si teme che alcune possano decidere di lasciare la Germania cedendo al richiamo di Stati Uniti o Cina. Le famiglie tedesche percepiscono un'economia in difficoltà e rinviano le spese. Tuttavia, l’elevata spesa pubblica dovrebbe consentire all'economia tedesca nel 2026 di andare meglio rispetto alla quasi stagnazione del 2025, ma è difficile pensare che possa consentire al Paese di tornare a essere la locomotiva d’Europa. Cosa agita gli investitori? Il settore industriale-manifatturiero, che sta attraversando un periodo di profonda crisi e la dipendenza dalle esportazioni. I dazi statunitensi e lo sviluppo di prodotti alternativi cinesi sono un ostacolo, ingigantito da errate scelte in ambito energetico, tra cui la cessazione del nucleare e il ritorno al carbone, che ha fatto lievitare i prezzi dell'energia.
La diversificazione è fondamentale
Il Paese ha sviluppato con successo competenze anche in altri settori: ad esempio Deutsche Post (trasporti e logistica), SAP (tecnologia) o Allianz (assicurazioni). Sul fronte industriale alcune imprese sono competitive. È il caso di Siemens, Siemens Energy e Rheinmetall. Il lavoro da fare per recuperare competitività è molto, tuttavia il mercato azionario tedesco è poco caro: l'indice MSCI Germany è scambiato a circa 15 volte gli utili per i prossimi dodici mesi, rispetto a quasi 21 volte per l’indice mondiale MSCI World, anche se alcune delle aziende leader di mercato (come SAP, Rheinmetall e Siemens Energy) hanno raggiunto livelli di valutazione molto elevati. Investire in Germania? Sì, ma non nella sua Borsa in generale. Tra i titoli della nostra selezione, consigliamo di acquistare solo Deutsche Post (46,72 euro) e di mantenere quelli del settore automobilistico BMW (94,26 euro), Mercedes-Benz (60,32 euro), Volkswagen (107,6 euro) e Porsche AG (46,1 euro), mantieni anche BASF (44,52 euro) nel settore della chimica e Adidas Group (168,55 euro, DE000A1EWWW0) nei beni di consumo.