La Banca centrale cinese è intervenuta ancora una volta, a poca distanza dall’intervento della scorsa settimana, per cercare di aiutare l’economia. Il cosiddetto tasso primario sui prestiti a un anno, che rappresenta il punto di riferimento per i prestiti alle imprese, è stato abbassato al 3,45% dal 3,55%, quello a 5 anni, utilizzato per i mutui, è stato invece lasciato invariato al 4,2%.
Si tratta comunque di mosse di entità inferiori alle attese. Per quello ad un anno, infatti, le attese erano per taglio dello 0,15%, così come per quello a 5 anni.
L’idea della Banca centrale è quella di sostenere i consumi per aumentare la fiducia nell’economia, ma nel frattempo il taglio inferiore alle attese dimostra come si voglia cercare di salvaguardare la stabilità del sistema bancario. Tassi più bassi ridurrebbero infatti le entrate e la redditività delle banche.
La decisione di non tagliare il tasso a 5 anni segnala inoltre due cose. Primo. potrebbero esserci dubbi sul fatto che la riduzione dei tassi per i nuovi mutui, che sono già ai minimi storici, sia il modo migliore per sostenere il mercato immobiliare. Secondo. Potrebbe essere un segnale che è in cantiere un altro sostegno politico, non monetario, diretto al settore immobiliare – ma su questo punto non c’è alcuna certezza.