I dati provenienti dal mercato del lavoro Usa sono stati, presi nella loro totalità, ancora una volta positivi. Il numero di posti di lavoro creati a luglio è stato di 187.000 unità, sotto le attese di 200.000 unità, ma comunque in linea con il dato del mese precedente.
Meglio delle attese il dato sul tasso di disoccupazione, sceso al 3,5% dal 3,6% - il mercato prevedevano un 3,6% - con un tasso di partecipazione costante al 62,6%. Infine, i salari sono cresciuti in un anno del 4,4%, meglio delle attese del 4,2%. I salari crescono dunque ad un tasso che è più del doppio dell’obiettivo di inflazione ed anche più di quest’ultima: l’ultimo dato sul carovita, era quello di giugno, parlava infatti di un +3%.
Dunque, i salari crescono più dell’inflazione salvaguardando il potere d’acquisto delle famiglie e quindi sostenendo i consumi – colonna portante dell’economia Usa. Inoltre, salari che crescono ad un ritmo nettamente più elevato rispetto al tasso obiettivo dell’inflazione sono una fonte di pressioni sui prezzi.
Prima della riunione di settembre della Fed arriverà un altro dato sul mercato del lavoro Usa – quello di agosto – e altri dati su prezzi ed economia. È chiaro che se i futuri dati saranno in continuità con quello odierno, un altro rialzo nei tassi in questo 2023 sarà probabile.