L’economia svedese chiude il secondo trimestre in contrazione, seppur meno di quanto atteso. Il Pil è sceso dello 0,8%, meno di quanto annunciato nella stima preliminare di luglio (-1,5%), che poi era anche quanto atteso dal mercato.
Sono diverse le componenti del Pil che sono risultate in calo: le esportazioni nette (cioè il saldo tra esportazioni ed importazioni), gli investimenti nelle scorte ed infine la spesa per i consumi delle famiglie, che è stata negativa per il quarto trimestre consecutivo. Per tutto il 2023 le previsioni sono negative per la Svezia. La Banca centrale prevede un calo dello 0,5% per il Pil, non solo a causa del rallentamento delle esportazioni, ma anche a causa del mercato interno. L’impatto del rialzo dei tassi d’interesse è infatti accentuato sui prestiti delle famiglie svedesi, in quanto tendono ad essere a tasso fisso a breve termine.
In tutto questo la Banca centrale svedese alzerà comunque i tassi nella riunione di settembre. Dalla Riksbank fanno sapere che probabilmente bisognerà portare avanti una politica monetaria restrittiva per un “periodo abbastanza lungo”, anche se gli aumenti dei prezzi mostrano segni di rallentamento. Tuttavia, i prezzi dei servizi sono ancora alti e quindi destano particolare preoccupazione.
Sul fronte degli investimenti, sono confermati i consigli, a seconda dei portafogli, su Borsa svedese e bond in corone.