L'economista Javier Milei è stato eletto presidente dell'Argentina. Con l'economia (di nuovo) in forte contrazione (-4,9% di crescita annua nel secondo trimestre) e sulla strada per l'ennesima grande crisi, nonché con un'inflazione annuale a oltre il 140% in ottobre, che sta distruggendo il potere d'acquisto degli argentini e rendendo estremamente difficile investire, le soluzioni radicali proposte da Milei hanno trovato terreno fertile tra gli elettori.
Dollarizzazione dell'economia e abolizione della Banca centrale argentina: le sue soluzioni rappresentano una terapia d'urto per quello che un tempo era uno dei Paesi più ricchi del pianeta e che ancora oggi aderisce al G20. C'è da aspettarsi un periodo di forte volatilità, così come una recrudescenza dei disordini sociali, poiché i trasferimenti sociali sono destinati a ridursi drasticamente in un Paese in cui il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
Nei prossimi trimestri, la visibilità sull'economia argentina sarà ridotta. State alla larga da qualsiasi investimento in questo Paese: sia in campo azionario sia obbligazionario.