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E se le attese di mercato costringessero la Bce ad essere più severa con i tassi?

Attese Bce

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Data di pubblicazione 22 novembre 2023
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Il mercato punta su un taglio dei tassi già il prossimo aprile, ma queste attese potrebbero essere sia troppo ottimistiche, sia controproducenti. Ecco perché

Sui mercati della zona euro la moda del momento è quella di scommettere su quando ci sarà il taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea. L'opzione di ulteriori rialzi nel costo del denaro in Eurolandia non è più contemplata: secondo il mercato la Bce ha raggiunto il picco in fatto di costo del denaro e quindi si è concluso il ciclo di rialzi. Ora è la fase in cui si ha la Banca centrale che nelle prossime riunioni non toccherà i tassi lasciando quelli ufficiali al 4,5% e quelli sui depositi al 4%. Il primo taglio potrebbe arrivare già ad Aprile 2024, sempre secondo i mercati. Queste convinzioni derivano dal fatto che l'inflazione sta scendendo, con l'ultimo dato che ha visto decelerare fortemente il caro vita, e con i dati che provengono dall'economia che mostrano come l'attività economica della zona euro sta rallentando, anzi si sta contraendo e quindi una recessione è probabile.

Se da una parte questa è la visione dei mercati, dall’altra c’è quella della Bce. Quest’ultima ha già detto che i tassi saranno lasciati su livelli considerati restrittivi per un prolungato periodo di tempo e finché l'inflazione non sarà con certezza sul sentiero del 2%. Il governatore della Banca centrale europea aveva poi detto che quando si parla di prolungato periodo di tempo questo non può ridursi a solo un paio di trimestri; bisogna quindi prendere in considerazione un periodo di tempo superiore ai due trimestri. Dato che questa affermazione è arrivata nella riunione di novembre, secondo questa definizione di prolungato periodo di tempo il taglio dei tassi dovrebbe arrivare nella seconda metà del 2024 e non nella prima metà. D'altronde oggi l'inflazione è al 2,9%, ma si tratta di quella generale, ma quella di fondo è ancora al 4,2% - quindi due volte superiore l'obiettivo.

A questa visione della Banca centrale europea però se ne aggiunge un'altra. Secondo questa nuova visione se i mercati si convincono che effettivamente arriverà il taglio dei tassi molto prima del previsto, questo potrebbe far diminuire i rendimenti sui mercati troppo presto. Come abbiamo avuto più volte modo di ripetere, e lo hanno fatto anche le Banche centrali, i rendimenti di mercato sono uno strumento indiretto per trasmettere la politica monetaria restrittiva all'economia. In altri termini, tanto più alti sono i rendimenti di mercato e rimangono alti per un prolungato periodo di tempo, tanto più restrittiva sarà la politica monetaria e quindi la Banca centrale può permettersi di non alzare più i tassi perché “il lavoro sporco” – come è stato definito di recente - lo stanno facendo i mercati. Se però i mercati si convincono che un taglio dei tassi ufficiali arriverà tra poco tempo ed iniziano ad anticipare questo evento facendo diminuire i rendimenti, se quest’ultimi si abbassano troppo allora la politica monetaria non è più così tanto restrittiva per un periodo di tempo desiderato o comunque sufficientemente restrittiva per portare l'inflazione al 2%. A quel punto la Banca centrale potrebbe addirittura trovarsi costretta come ha detto un'esponente Bce a dover aumentare ancora i tassi di interesse per convincere il mercato che i tassi rimarranno ad un livello elevato per molto tempo.

Siamo quindi in una situazione in cui le aspettative dei mercati potrebbero essere troppo ottimistiche, ma non solo: potrebbero addirittura avere un impatto negativo sui mercati stessi che oggi scontano un taglio dei tassi ad aprile. Tuttavia, se poi questo taglio non dovesse arrivare o ancora peggio dovesse arrivare un rialzo dei tassi da parte della BCE, si potrebbe avere maretta sui mercati. È quindi una situazione in cui muoversi con grandissima attenzione. Per questo, ti confermiamo il nostro posizionamento sull’obbligazionario in euro.