Sui mercati della zona euro la moda del momento è quella di scommettere su quando ci sarà il taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea. L'opzione di ulteriori rialzi nel costo del denaro in Eurolandia non è più contemplata: secondo il mercato la Bce ha raggiunto il picco in fatto di costo del denaro e quindi si è concluso il ciclo di rialzi. Ora è la fase in cui si ha la Banca centrale che nelle prossime riunioni non toccherà i tassi lasciando quelli ufficiali al 4,5% e quelli sui depositi al 4%. Il primo taglio potrebbe arrivare già ad Aprile 2024, sempre secondo i mercati. Queste convinzioni derivano dal fatto che l'inflazione sta scendendo, con l'ultimo dato che ha visto decelerare fortemente il caro vita, e con i dati che provengono dall'economia che mostrano come l'attività economica della zona euro sta rallentando, anzi si sta contraendo e quindi una recessione è probabile.
Se da una parte questa è la visione dei mercati, dall’altra c’è quella della Bce. Quest’ultima ha già detto che i tassi saranno lasciati su livelli considerati restrittivi per un prolungato periodo di tempo e finché l'inflazione non sarà con certezza sul sentiero del 2%. Il governatore della Banca centrale europea aveva poi detto che quando si parla di prolungato periodo di tempo questo non può ridursi a solo un paio di trimestri; bisogna quindi prendere in considerazione un periodo di tempo superiore ai due trimestri. Dato che questa affermazione è arrivata nella riunione di novembre, secondo questa definizione di prolungato periodo di tempo il taglio dei tassi dovrebbe arrivare nella seconda metà del 2024 e non nella prima metà. D'altronde oggi l'inflazione è al 2,9%, ma si tratta di quella generale, ma quella di fondo è ancora al 4,2% - quindi due volte superiore l'obiettivo.
A questa visione della Banca centrale europea però se ne aggiunge un'altra. Secondo questa nuova visione se i mercati si convincono che effettivamente arriverà il taglio dei tassi molto prima del previsto, questo potrebbe far diminuire i rendimenti sui mercati troppo presto. Come abbiamo avuto più volte modo di ripetere, e lo hanno fatto anche le Banche centrali, i rendimenti di mercato sono uno strumento indiretto per trasmettere la politica monetaria restrittiva all'economia. In altri termini, tanto più alti sono i rendimenti di mercato e rimangono alti per un prolungato periodo di tempo, tanto più restrittiva sarà la politica monetaria e quindi la Banca centrale può permettersi di non alzare più i tassi perché “il lavoro sporco” – come è stato definito di recente - lo stanno facendo i mercati. Se però i mercati si convincono che un taglio dei tassi ufficiali arriverà tra poco tempo ed iniziano ad anticipare questo evento facendo diminuire i rendimenti, se quest’ultimi si abbassano troppo allora la politica monetaria non è più così tanto restrittiva per un periodo di tempo desiderato o comunque sufficientemente restrittiva per portare l'inflazione al 2%. A quel punto la Banca centrale potrebbe addirittura trovarsi costretta come ha detto un'esponente Bce a dover aumentare ancora i tassi di interesse per convincere il mercato che i tassi rimarranno ad un livello elevato per molto tempo.
Siamo quindi in una situazione in cui le aspettative dei mercati potrebbero essere troppo ottimistiche, ma non solo: potrebbero addirittura avere un impatto negativo sui mercati stessi che oggi scontano un taglio dei tassi ad aprile. Tuttavia, se poi questo taglio non dovesse arrivare o ancora peggio dovesse arrivare un rialzo dei tassi da parte della BCE, si potrebbe avere maretta sui mercati. È quindi una situazione in cui muoversi con grandissima attenzione. Per questo, ti confermiamo il nostro posizionamento sull’obbligazionario in euro.