Il quadro cinese mostra, come al solito, segnali in chiaroscuro. Il gigante asiatico cresce, ma continuano ad esserci dinamiche divergenti al suo interno. Partiamo dal Pil. Nel quarto trimestre è cresciuto del 5,2% rispetto all’anno precedente, in accelerazione dal 4,9% del terzo trimestre, ma leggermente sotto le attese pari al 5,3%.
Sempre a dicembre, i dati su consumi, produzione industriale, investimenti e disoccupazione non sono però stati tutti in linea con le attese – come puoi vedere dalla tabella qui sotto.
I DATI CINESI |
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DATO EFFETTIVO |
ATTESE |
PRECEDENTE |
|
Investimenti |
3,00% |
2,90% |
2,90% |
PIL |
5,20% |
5,30% |
4,90% |
Produzione Industriale |
6,80% |
6,60% |
6,60% |
Vendite al dettaglio |
7,40% |
8,00% |
10,10% |
Tasso di disoccupazione cinese |
5,10% |
5,00% |
5,00% |
Ci sono poi alcuni pericoli che gravano sull’economia cinese e che potrebbero pesare ancora in questo 2024: il rischio deflazione, l’immobiliare, che ha pesato su investimenti e spesa dei consumatori – a dicembre le spese edilizie sono scese del 7,8% rispetto al 2022 - e il mercato del lavoro, con una disoccupazione in aumento. Di conseguenza, le condizioni del mercato interno rimangono fiacche, mentre le esportazioni risentono del rallentamento delle economie occidentali.
Tutto ciò continua a mantenere vivo il dibattito sulla necessità o meno di aiuti da parte del governo e, nel caso, di quale tipo di aiuti. La scelta di lasciare i tassi ad un anno fermi dimostra come per il momento la strada del sostegno attraverso un taglio dei tassi non sia quella preferita, mentre per il 2024 sarà quello fiscale a rappresentare lo stimolo in aiuto della Cina.
Gli investitori si stanno anche interrogando sulla crescente interferenza di Pechino nella vita aziendale. Un tempo uno dei fiori all'occhiello dell'economia cinese, il settore tecnologico è guidato dalle restrizioni imposte da Pechino, che teme che stia diventando troppo forte, e da Washington, che lo percepisce come una minaccia. Attaccato da tutte le parti, sta vivendo giorni difficili in Borsa e il mercato cinese ne sta risentendo, registrando una performance negativa nel 2023 così come all'inizio dell'anno. E non è il solo: il settore finanziario, che rappresenta il 15% dell'indice MSCI China, è chiamato a stabilizzare la situazione del mercato immobiliare.
Insomma, anche se la crescita c'è, le misure prese da Pechino non hanno ancora permesso una vera e propria ripartenza dell'economia cinese. Gli investitori sono ancora dubbiosi e la dinamica demografica del Paese non rassicura. Nel 2023, il numero di nascite è diminuito bruscamente mentre il numero di decessi è salito bruscamente a più di 11 milioni (un aumento senza dubbio legato all'improvvisa uscita del Paese dalle restrizioni Covid alla fine del 2022). La popolazione cinese è così diminuita di 2 milioni nel 2023 a oltre 1,41 miliardi.
Se da un lato Pechino ha già dimostrato la sua capacità di stimolare settori che le autorità considerano strategici (come i settori legati alla transizione energetica, all'automotive o ai semiconduttori), dall'altro dovrà guardare oltre questi pochi settori per far ripartire la seconda economia mondiale. Fortunatamente, hanno i mezzi per farlo. Per questo confermiamo la sua presenza nei nostri diversi portafogli.