La scorsa settimana la Bce aveva dichiarato che i tassi si potrebbero tagliare a giugno, indicando come altamente improbabile una riduzione del costo del denaro a marzo. I dati odierni dell’inflazione della zona euro sembrano proprio andare in questa direzione.
Il carovita nella zona euro, infatti, a gennaio ha rallentato meno delle attese. L’inflazione annuale è passata dal 2,9% al 2,8%, mentre le attese erano per un 2,7%. Ragionamento del tutto simile per l’inflazione di fondo: è passata dal 3,4% al 3,3%, mentre le attese erano per un 3,2%.
La Bce ha detto che ci vogliono maggiori prove e che il processo disinflazionistico deve essere più avanti rispetto a dove è oggi. I dati odierni, quindi, rendono altamente improbabile, per non dire impossibile, un taglio dei tassi a marzo. I mercati puntano ad una riduzione del costo del denaro ad aprile con il 90% di possibilità, dunque altamente probabile. La Bce dice invece giugno. Insomma, continua ad esserci disallineamento tra le attese dei mercati e quello che sta comunicando.