Alla Fed le preoccupazioni non sono tanto per il rischio di lasciare i tassi alti più a lungo del necessario, dopo tutto l’economia ha dimostrato di saper reggere più che bene l’urto del rialzo del costo del denaro, ma piuttosto dei problemi che potrebbero venirsi a creare se venissero tagliati troppo presto. C’è quindi ancora un’incertezza di fondo su quale sarà il mese del primo taglio dei tassi.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto dei verbali dell’ultima riunione della Fed. L’altro messaggio che si ricava, ma è più una conferma di quanto si va dicendo oramai da mesi, è quello che i membri della Fed vogliono vedere maggiori prove che l’inflazione sia saldamente sulla buona strada verso il 2% prima di abbassare i tassi di interesse.
Ci sono però anche spunti che vanno nella direzione di una futura politica monetaria più accomodante. Prima di tutto c’è un vasto consenso sul fatto che i tassi di interesse sarebbero probabilmente al loro picco. Inoltre, aumenta il numero di chi vorrebbe un rallentamento nel processo di riduzione del bilancio – cioè si vorrebbe che fosse minore il ritmo con cui si diminuiscono i bond nel portafoglio della Fed. Questo sarebbe un modo di iniziare ad allentare la politica monetaria.