La conclusione a cui si può giungere leggendo i dati sull'inflazione Usa odierni è una sola: qualunque velleità di taglio di tassi nel brevissimo periodo è stata spazzata via. Aspettarsi che la Fed tagli riduca il costo del denaro nelle riunioni che si terranno a marzo o a maggio è più che ottimistico: è improbabile. Dopo tutto, l’economia Usa continua a crescere, il mercato del lavoro è stabile e robusto, i salari crescono: non ci sono giustificazioni per tagliare i tassi di interesse. Questo per due motivi. Il primo. L'economia regge nonostante gli elevati tassi di interesse: non si sta quindi creando danni all'attività economica. Il secondo. Con questi dati continuano le pressioni sui prezzi.
Ma quali sono i numeri odierni? Parlando dell'indice generale, l’inflazione è scesa dal 3,4% al 3,1%. L'inflazione di fondo invece è rimasta stabile al 3,9%. In entrambi i casi i dati sono stati quindi superiori alle attese (rispettivamente, a +2,9% e +3,7%). Inoltre, se si guarda all'inflazione super-core, cioè all'inflazione di fondo che va ad escludere anche i prezzi legati alla casa, di fatto l'inflazione dei servizi, a gennaio ha raggiunto lo 0,8% mensile, che è il massimo da aprile 2022. Tradotto: ci sono ancora pressione sui prezzi.