Mentre gli investitori restano concentrati su cosa farà con i tassi d’interesse, la Banca centrale europea sta rivedendo la propria strategia e in particolare il quadro operativo che regola le sue relazioni con il mercato. Le crisi passate lo richiedono (crisi economica e finanziaria del 2008-2009, crisi del debito sovrano, pandemia, guerra in Ucraina) ed è un’attività molto richiesta per iniettare liquidità nei mercati e lo è da più di un decennio.
Di conseguenza, anche se lo ha ridotto significativamente di recente, a gennaio il bilancio della Bce si avvicinava ancora agli 8.000 miliardi di euro. Un record straordinario che, a fronte dell’impennata dei tassi di interesse a partire dal 2022, ha comportato pesanti perdite per la Bce così come per tutte le Banche centrali della zona euro.
Volendo ridurre il proprio bilancio e la propria esposizione diretta ai mercati del debito, garantendo allo stesso tempo sufficiente liquidità al sistema finanziario, la Bce ha quindi scelto di favorire il mercato interbancario, affidando alle banche la responsabilità di finanziarsi, pur restando pronta a finanziarle se necessario. Per incoraggiare le banche a investire a loro volta, la Bce abbasserà il tasso al quale avverranno queste operazioni di finanziamento, riducendo il differenziale che le separa dal tasso di interesse sui depositi allo 0,15%, da settembre (l'attuale differenza è dello 0,50%). Un modo per non cambiare nulla nelle dinamiche del mercato e per garantire liquidità, riducendo quindi la propria esposizione diretta. Ecco, quindi, una Bce che si sta disimpegnando in maniera estremamente graduale, ma che sta già pensando alla necessità di reintegrare capitali, se necessario.
Questo nuovo quadro operativo è piuttosto rassicurante per i mercati del debito europei. Si potrebbe infatti temere che una graduale riduzione del bilancio della Bce – e quindi il suo graduale disimpegno dai mercati del debito sovrano – si traduca in una domanda fiacca di emissioni di debito europeo con, di conseguenza, un inasprimento delle condizioni di finanziamento per gli emittenti, che comprometterebbe l’effetto atteso dei tagli dei tassi sull’economia. Chiaramente, il calo dei tassi obbligazionari sarebbe meno significativo del previsto. Il cambiamento annunciato dovrebbe limitare i timori di un simile esito. Ciò dovrebbe rassicurare i detentori del debito europeo.