La Bce ha lasciato i tassi di interesse fermi al 4,5%, quelli ufficiali, e al 4% quelli sui depositi. Si tratta di una decisione scontata e ampiamente attesa. L’Istituto di Francoforte ha rimarcato come, nonostante il rallentamento dell'inflazione, ci siano ancora delle pressioni sui prezzi. soprattutto dal lato della crescita dei salari. L'ultimo dato comunicato sull'inflazione - che ha rallentato meno del previsto e quindi è risultata più alta delle attese - ha quindi avuto l'effetto di mantenere sull’attenti la Banca centrale europea.
In ottica di future decisioni sui tassi di interesse, però, c'è un'indicazione molto importante: le stime sulla inflazione sono state abbassate. Ora si stima che il carovita sarà in media al 2,3% nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Le stime di settembre parlavano invece di 2,7% nel 2024, 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione di fondo, al netto dell’energia e degli alimentari, è stata rivista al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026.
Queste nuove stime, confermano che in questo 2024 il taglio dei tassi arriverà e se tutto procede come prospettato, giugno diventa sempre più probabile come data utile per il primo ribasso.
Per quanto riguarda il reinvestimento dei titoli in portafoglio alla Bce acquistati nell’ottica del piano pandemico, continuerà nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno, la Bce vuole ridurre il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.