La Banca centrale cinese, come da attese, non è intervenuta sui tassi d’interesse, lasciando quello sui prestiti a un anno al 3,45%, e quello a cinque anni, che fa da riferimento per i mutui ipotecari, è stato mantenuto al 3,95%. La Banca centrale cinese ha probabilmente scelto una tattica attendista, visto l’andamento contrastato ed anche irregolare dell’economia.
Infatti, i dati di febbraio hanno mostrato un buon mese per la produzione industriale e per gli investimenti, mentre le vendite al dettaglio sono andate peggio delle attese, nonostante il periodo di festa, ed in rallentamento rispetto a gennaio. Altro dato deludente è stato quello legato alla disoccupazione, in aumento al 5,3% dal 5,1% di gennaio (le attese erano per una stabilità). Un altro dato che mostra una debolezza della domanda arriva dal mercato del credito: i prestiti sono infatti cresciuti al ritmo più lento mai registrato a febbraio.
I dati sugli investimenti e sulla produzione industriale hanno saputo alleviare in parte le preoccupazioni derivanti dal credito e dai consumi, lasciando così spazio alla Banca centrale di non intervenire questa settimana sui tassi.
Per il futuro sono però in molti a puntare sul fatto che i tassi saranno abbassati. Questo per diversi motivi. Il primo. La crescita continua ad essere irregolare e contrastata e servirà una mano all’economia per centrare l’obiettivo del 5% fissato dal governo. Secondo. Nei prossimi mesi arriveranno anche i tagli della Fed, e quindi tagliare i tassi in Cina metterà meno pressione allo yuan.
Quanto agli investimenti, confermiamo la nostra posizione sulla Cina.