La stima preliminare dell’inflazione della zona euro parla di un carovita che continua nel suo percorso discendente, seppur in maniera più lenta delle attese. L’indice generale è passato dal 2,8% al 2,6%, mentre le attese erano per un 2,5%. L’inflazione di fondo, invece, passa dal 3,3% al 3,1%, quando le attese erano per un 2,9%.
Anche se meno pronunciato rispetto al recente passato, il calo dei prezzi dell'energia (-3,7% su un anno) è la causa principale di questa tendenza al ribasso. Un altro dato da accogliere con favore è il netto rallentamento dei prezzi degli alimenti non trasformati (+2,2% su base annua a febbraio rispetto al +6,9% di gennaio e al +13,9% di un anno fa) così come quello dei prezzi dei beni industriali esclusa l'energia, il cui incremento non supera più l'1,6%. Bene anche il fatto che stia scendendo anche l’inflazione dei servizi, cosa che dovrebbe allentare in parte le pressioni sui prezzi nei mesi successivi.
Come leggere questi dati in chiave Bce? Come detto, l’inflazione continua a rallentare: il trend è consolidato. La velocità però con cui rallenta non è quella attesa. Questo aspetto rinforza la convinzione degli esponenti della Bce secondo cui sia necessario aspettare, stare attenti e non si possono prendere decisioni affrettate. Tradotto. Nessun rialzo nella riunione del prossimo giovedì, ma neppure in quella di aprile. Giugno continua ad essere la data più accreditata.