La Banca centrale svizzera ha sorpreso i mercati tagliando i tassi d’interesse. Le attese erano per una conferma del costo del denaro all’1,75%, ma l’Istituto elvetico ha deciso di ridurre il costo del denaro. Per quale motivo?
Il primo è un’inflazione significativamente bassa. Il livello è tale, solo all'1,2% a febbraio, e le pressioni inflazionistiche sono contenute, che si possono tagliare i tassi. L'aumento annuale dei prezzi è coerente, dunque, con l'obiettivo di un'inflazione compresa tra 0 e 2% per 9 mesi. Secondo le previsioni ufficiali, l’inflazione è prevista all’1,4% in media quest’anno, all’1,2% nel 2025 e all’1,1% nel 2026.
Il secondo motivo è la crescita economica. Si vuole evitare un eccessivo rallentamento e questo taglio funge da sostegno al Pil.
Il terzo motivo è la volontà di indebolire il franco. Più volte citato nel comunicato stampa che ha annunciato l'allentamento monetario, l'apprezzamento del franco svizzero preoccupa le autorità monetarie svizzere. Un franco troppo forte penalizza le esportazioni e l'attività economica del Paese. Mentre la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve americana preparano un taglio dei tassi di riferimento a giugno, il taglio a sorpresa dei tassi d'interesse svizzeri e l'annuncio di altri movimenti futuri servono per impedire una nuova impennata del valore del franco.
In quest’ottica, dunque, il calo della valuta elvetica non deve essere visto come un’occasione di acquisto. I bond in franchi non sono da acquistare. Per quanto riguarda le azioni, controlla i nostri portafogli.