I dati che provengono dalla zona euro mostrano un miglioramento dal punto di vista dell’economia e una dinamica dell’inflazione che prosegue sulla via dei cali.
Partiamo dal tema più caldo, l’inflazione. L’indice generale è rimasto fermo ad aprile al 2,4%, come da attese, e dunque sullo stesso livello di marzo. Se si guarda però all’inflazione di fondo, senza contare energia e alimentari, le pressioni inflazionistiche si sono ridotte, visto che si passa dal 2,9% di marzo al 2,7% di aprile – leggermente però sopra le attese a +2,6%. Anche l’inflazione dei servizi va rallentando – è passata da +4% a +3,7%, dimostrando effettivamente che le pressioni sui rezzi vanno smorzandosi. Tutto questo è quello che serve alla Bce per tagliare i tassi a giugno – in assenza di shock inattesi.
Per quanto riguarda la crescita economica, nel primo trimestre è stata superiore alle attese. Il Pil è cresciuto infatti dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, il ritmo migliore dell’ultimo anno e mezzo (le attese erano per un +0,1%). Altro aspetto positivo è quello che In Italia, Francia, Spagna e Germania la crescita è stata superiore alle attese e la Germania sembra stia risolvendo i suoi problemi. Questo dimostra che l’economia di eurolandia sta comunque reggendo a tassi elevati e dunque la Bce, dopo aver tagliato i tassi a giugno, si prenderà tutto il tempo per valutare al meglio quando provvedere ad un secondo taglio. In una situazione come quella attuale non c’è urgenza di procedere con ripetuti e ravvicinati tagli nei tassi d’interesse.