La stima definitiva dell'inflazione italiana, fornita da Istat, di marzo parla di un carovita all'1,2%, sotto le attese che prevedevano un dato allineato a quello della stima preliminare (+1,3%).
I prezzi dei prodotti alimentari non lavorati mostrano anche a marzo un rallentamento, tra l'altro consistente (+2,6% da +4,4%) e questo spiega perché a marzo l’“inflazione di fondo”, quella cioè al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +2,3%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,4%.
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,2% per la quella di fondo.