Il dato macroeconomico attenzionato per eccellenza in questi mesi è l'inflazione. Le sorti dei tassi di interesse dipenderanno da come il carovita in Europa e negli Stati Uniti procederà nel percorso di discesa nei prossimi mesi. A ruota, dopo le decisioni della Fed, le altre Banche centrali mondiali adegueranno le loro scelte. Ma cosa aspettarsi in termini di inflazione e che cosa scontano i mercati oggi per quanto riguarda il carovita americano e europeo?
Il processo disinflattivo odierno è entrato in una seconda fase. La prima è stata quella di partire da livelli molto elevati per scendere anche piuttosto rapidamente. Ora però l'inflazione è rientrata dai picchi passati ed è su livelli non poi così lontani del 2%, sembra che l'obiettivo sia oramai a portata di mano. In realtà siamo nella situazione più complessa. Il cosiddetto “ultimo miglio”, com’è stato ribattezzato, dell'inflazione è anche il più difficile. Lo è per una serie di motivi, tra i quali vi è un'inflazione dei servizi che è ancora elevata e questo è fonte di pressione sui prezzi. Lo è perché i mercati del lavoro continuano ad essere forti, anche in Europa e non solo negli Stati Uniti. Un mercato del lavoro forte sostiene i consumi e quindi la domanda e cioè crea delle pressioni sui prezzi. Gli adeguamenti salariali sono stati importanti e anche questo rappresenta una pressione sui prezzi. A tutto ciò bisogna poi aggiungere i problemi che possono derivare dalle tensioni geopolitiche: i prezzi dell'energia e dei trasporti possono essere influenzati da quanto sta accadendo nel mondo. Ecco perché la parte finale della strada che deve compiere l'inflazione per arrivare al 2% risulta essere molto più difficoltosa, accidentata e lenta di quanto era prevedibile.
Andando a guardare le stime che si possono ricavare dagli strumenti finanziari quotati sul mercato come gli swap sull'inflazione – non sono comunque dei previsori perfetti, ma danno l’idea di cosa stima il mercato – Per l’Europa il carovita ad un anno è visto al 2,59%, per poi scendere progressivamente ad 2,2% sui 5 anni. Tutto sommato, un valore che è attorno al 2% obiettivo. Per gli Usa, invece, le attese ad un anno sono per un 2,5%, ma sempre al 2,5% sono anche quelle a 5 anni.