News

India, dove stai andando?

India

India

Data di pubblicazione 27 giugno 2024
Tempo di lettura: ##TIME## minuti
India

India

L’India non è solo il Paese più popoloso del pianeta con circa 1,42 miliardi di abitanti, ma anche il più dinamico come crescita economica: questo la rende interessante agli occhi degli investitori.

Il primo ministro Narendra Modi resta in carica in India, ma senza avere la maggioranza assoluta. Pertanto, alcune delle riforme promesse potrebbero venir rinviate. Tra queste, la maggiore standardizzazione delle leggi sul lavoro tra i diversi Stati del Paese, la semplificazione degli acquisti immobiliari (soprattutto dei terreni), la privatizzazione di alcuni settori, nonché il miglioramento della governance. Negli ultimi anni si è verificato un vero boom delle azioni indiane, con l’aumento degli utili delle società quotate a Mumbai. Questo fatto si può spiegare con la riduzione del carico fiscale sulle imprese, che le ha rese più redditizie, la moratoria sul debito di alcuni grandi attori da parte delle banche statali (che ha permesso loro di rimanere a galla), i sussidi alla produzione e le barriere alle importazioni che proteggevano l’industria locale dalla concorrenza internazionale. Le riforme promesse da Modi per questo terzo mandato intendono migliorare il clima per i grandi gruppi del Paese, mentre l’apertura dell’economia e il libero scambio – con partner asiatici, europei o di altri continenti – non rappresentano, in effetti, una priorità per il Primo ministro. L'indice MSCI India viene scambiato a 26 volte gli utili delle società che ne fanno parte (rispetto alla media di 16 volte dei Paesi emergenti) ed è avaro di dividendi (1,04% rispetto a 2,78%). Queste valutazioni sono giustificate solo per aziende di alta qualità, ma, se è vero che le prospettive dell’India sono favorevoli, è anche vero che i principali gruppi economici del Paese operano in un mercato dove non c’è concorrenza internazionale e, nonostante ciò, secondo noi, i loro utili e dividendi non giustificano la loro valutazione. L’India resta perciò fuori dalle nostre strategie d’investimento.

Per un decennio e grazie alle riforme del primo ministro Manmohan Singh all’inizio degli anni 2010, il Paese ha potuto contare su una demografia favorevole e su una forza lavoro sempre più preparata, che gli ha permesso di svilupparsi e diversificarsi in vari settori come l’informatica e la farmaceutica.

Una maggiore concorrenza andrebbe a vantaggio dei consumatori indiani. Infatti, nonostante un periodo di forte crescita, il tasso di disoccupazione è, in aumento e oltre l'80% dei disoccupati sono giovani, mentre il tasso di risparmio delle famiglie è al livello più basso degli ultimi cinque decenni, a circa il 5% del Pil (tutta la ricchezza prodotta nel Paese): per questo c’è bisogno di capitali esteri per finanziare gli investimenti. Tuttavia, se i grandi gruppi economici che oggi dominano l’India dovessero misurarsi con la concorrenza internazionale, le cose non sarebbero semplici e le loro azioni ne soffrirebbero, con un possibile contagio all’intera Borsa indiana.

CRESCITA ECONOMICA IN INDIA

GDP India

Anni di forte crescita non sono bastati per convincere gli indiani a offrire una nuova maggioranza assoluta a Narendra Modi. Nonostante la congiuntura economica vivace, né i profitti generati dalle società quotate né i dividendi da loro distribuiti giustificano il livello di valutazione raggiunto dalla Borsa di Mumbai. Fonte dei dati: Datastream.