I mercati scommettono su due tagli nei tassi di interesse in questo restante parte del 2024 da parte della Bce: uno a settembre ed uno a dicembre. La stessa Bce nella riunione della scorsa settimana ha definito “aperta” la questione di un taglio dei tassi nella riunione di settembre. Con “aperta” intendeva dire che l'eventualità di ridurre il costo del denaro è presa in considerazione, ma nessuna decisione è già stata presa e tutto può avvenire. Le dichiarazioni della Bce sembrano dunque improntate a cercare di convincere i mercati a non posizionarsi in maniera certa su due tagli dei tassi di interesse questo in questa restante parte del 2024.
Lo scenario di due tagli è possibile e non è assolutamente irrealistico. Tuttavia, non deve essere la base di partenza di qualunque ragionamento. In altri termini: non si deve dare per scontato che i due tagli dei tassi sono già stati decisi da parte della Bce.
Perché la Bce non può considerare, se non come certezza, almeno come molto probabile altri tagli? La motivazione è una e si chiama inflazione dei servizi. In generale, l'inflazione sta scendendo, seppur seguendo un percorso accidentato. Il vero problema è rappresentato dall'inflazione dei servizi che continua a rimanere molto elevata e questo è un rischio per l'indice generale dei prezzi. Con dati futuri di un'inflazione dei servizi in calo, allora la strada per tagliare ulteriormente i tassi di interesse sarebbe spianata. Fino a quando invece l'inflazione dei servizi continuerà a rimanere pervicacemente elevata, i tagli dei tassi rimangono possibili, ma non possono essere dati per scontati.