Il dato sull'inflazione Usa di giugno è quello che serve per convincere la Fed a tagliare i tassi di interesse. I diversi indicatori dei prezzi hanno infatti conosciuto un rallentamento.
L'indice generale dei prezzi è passato dal 3,3% al 3%, battendo le attese che vedevano una frenata al 3,1%. L'inflazione di fondo ha rallentato dal 3,4% al 3,3%, quando le attese invece si aspettavano un dato stabile. Molto importante è il calo di altri indicatori e di altre voci all'interno del bollettino sull'inflazione. Finalmente vi è un rallentamento dei costi legati al settore immobiliare, che nei mesi scorsi sono stati i maggiori responsabili di un aumento dei prezzi o di dati deludenti. Anche l'inflazione dei servizi ha conosciuto per il secondo mese consecutivo un rallentamento.
Come sempre si è detto, un solo dato non potrà cambiare gli equilibri, e il governatore della Fed ha ripetuto proprio nei giorni scorsi che ci vogliono più dati per essere certi di procedere con un taglio dei tassi, ma ha anche detto che i recenti sviluppi dell’inflazione sono soddisfacenti. Nessun taglio è previsto per la riunione di questo fine luglio. A settembre, però, diventa ancora più probabile il primo taglio dei tassi da parte della Fed.