La Banca centrale turca ha lasciato i tassi fermi al 50%, come da attese, ma ha segnalato quali saranno gli indicatori a cui più presterà attenzione per le prossime mosse.
Per prima cosa, il dato sull’inflazione annua è quello su cui si concentrano gli obiettivi della Banca centrale, che punta ad un rallentamento al 38% entro fine dicembre (ora il tasso d’inflazione annua è al 62%).
L’altro indicatore che seguirà è l’inflazione di fondo mensile, mentre il terzo è la convergenza delle aspettative di inflazione dei privati con quelle della Banca centrale.
Ad oggi le famiglie e le imprese hanno attese sull’inflazione futura superiori rispetto a quelle della Banca centrale e questo è un problema, perché, in previsione di spese future più alte, quest’ultime vengono anticipate, sostenendo la domanda interna. Questo è un problema, perché una domanda interna forte sostiene i prezzi e quindi l’inflazione non scende. Ecco spiegato il motivo per cui la convergenza delle aspettative è un pre-requisito fondamentale per procedere a tagliare i tassi.
Al momento, gli asset turchi, siano azioni oppure obbligazioni, non fanno parte del nostro portafoglio. Ti ricordiamo però la speculazione sui bond in dollari Usa dei Paesi emergenti, con l’Etf consigliato che ha il suo interno anche i bond turchi.