Nel contesto di politiche monetarie divergenti a livello mondiale si inserisce di diritto anche la Banca centrale australiana (RBA).
La RBA ha lasciato i tassi fermi al 4,35%, come era ampiamente previsto, ma soprattutto ha voluto ribadire che non esclude nulla per il futuro, mantenendo dunque un approccio da “falco”. Non solo, la governatrice della RBA continua a ricordare al mercato che non sono previsti tagli nel breve periodo.
Come mai questo atteggiamento? Sono ancora forti le pressioni sui prezzi e le attese inflazionistiche. Per prima cosa, l’inflazione tornerà nell’intervallo obiettivo compreso tra il 2% e il 3% solo nel 2025. In secondo luogo, l’inflazione di fondo è ancora al 3,9%, ben al di sopra dunque dell’obiettivo. Terzo. Il mercato del lavoro australiano rimane in buona forma con una disoccupazione ancora bassa al 4,2%. Infine, a premere sui prezzi c’è la politica fiscale, espansiva del governo, che se ha evitato una recessione, rende più difficile contenere l’inflazione.
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