Settembre si preannuncia un mese in forte rallentamento per l’economia della zona euro.
I dati sul Pmi mostrano infatti, per la prima volta in sette mesi, un calo della produzione, dato che l’indice Pmi composito, cioè quello che considera attività manifatturiera e servizi, ha fatto segnare 48,9 punti, dunque sotto la soglia dei 50 punti che rappresenta il confine tra espansione e contrazione.
Questa contrazione è stata causata dal settore manifatturiero, che ha registrato la diciottesima flessione mensile consecutiva e al tasso più veloce in un anno. Si aggrava dunque la situazione, già problematica, del manifatturiero. Il relativo indice, infatti, scende da 45,8 a 44,8 punti, facendo così anche peggio delle attese (a 45,7 punti). I servizi sono ancora in espansione, 50,5 punti, ma la loro crescita va rallentando (era 52,9 a agosto, benché spinto dall’effetto Olimpiadi) ed è sotto le attese (a 52,3 punti.
Sul fronte dei prezzi, sia quelli di vendita sia quelli di acquisto sono andati riducendosi. Dopo tutto, la debolezza della domanda non poteva che riflettersi sulle dinamiche inflazionistiche. Si tratta di una notizia positiva per la Bce, attenta a monitorare le diverse pressioni provenienti dai prezzi. C’è anche il fatto che l’attività economica della zona euro va rallentando e dunque, un’economia che arranca e minori pressioni sui prezzi sono un contesto coerente con un altro taglio dei tassi in questo 2024. Per il momento, però, è presto per puntare su ottobre.