Dove i tassi si alzano…

Obbligazioni
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Senza alcuna sorpresa, la Norges Bank, la Banca centrale norvegese, non ha toccato i tassi d’interesse, lasciandoli allo 0,5%. Il mercato si aspetta, infatti, che il rialzo arrivi a marzo e questo è stato confermato dalla stessa Banca centrale, che ha già anticipato una stretta nella prossima riunione: l’obiettivo di stabilizzare l’inflazione è ora più distante – il carovita a dicembre ha fatto segnare +5,3%, contro l’obiettivo del 2% (vedi n° 1446) – e dunque è necessario continuare nel percorso di rialzi dei tassi d’interesse. Per tutto il 2022, si prevedono tre aumenti nel costo del denaro. La corona norvegese ha reagito con un -0,7% settimanale (ne servono ora 10,05 per fare un euro) e rimane in tutti e tre i nostri portafogli (con un peso del 5%) con il fondo Nordea 1 norwegian bond BP (-0,8%).
Rimanendo in Scandinavia, rimane all’acquisto anche la corona svedese (-1,4%; 10,41 per fare un euro) con Nordea 1 swedish short term bond (-1,5%). Pesa il 5% nel portafoglio difensivo e in quello equilibrato.
Anche la Bank of Japan, la Banca centrale giapponese, la scorsa settimana si è riunita per decidere la sua politica monetaria e anche in questo caso non ci sono state sorprese: tassi ufficiali fermi a -0,1% e obiettivo confermato di mantenere a zero i rendimenti dei titoli di Stato decennali. Novità sono arrivate, però, dalle stime sull’inflazione: il carovita per il 2022 è visto ora a +1,1%, rispetto al +0,9% precedente (per il 2023 è stato rivisto da +1% a +1,1%). Il rialzo dell’inflazione in Giappone c’è, ma è minimo e nettamente inferiore a quello del resto del mondo, come avevamo avuto modo di dirti sul n° 1445 e poi nel nostro approfondimento sul nostro sito – vedi a lato. Inoltre, è giudicato ancora una volta insufficiente dalla stessa Banca centrale, che non solo non ha messo mano ai tassi in questa riunione, ma non lo farà neppure nelle prossime, dato che l’obiettivo di un carovita al 2% è ancora lontano. Lo yen ha archiviato la settimana con un +0,8% e ora ne servono 129,14 per un euro. I bond in yen sono presenti per il 10% in tutti e tre i nostri portafogli con l’Etf Ubs Japan Treasury 1-3y (+0,7%).
Il motivo per cui in Giappone l’inflazione cresce meno che altrove lo abbiamo spiegato qui: www.altroconsumo.it/finanza/investire/mercati-e-valute/ultime-notizie/2022/01/giappone-e-normalizzazione.
Il carovita è un dato fortemente sotto osservazione anche nella zona euro. A dicembre il dato ha fatto segnare un +5%, come da attese. Si tratta di un ulteriore aumento rispetto a novembre (+4,9%), ma il dato più interessante è che la crescita sta rallentando – vedi tabella qui sotto.
L’inflazione annuale della zona euro | |||||||||||
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Gen. | Feb. | Mar. | Apr. | Mag. | Giu. | Lug. | Ago. | Set. | Ott. | Nov. | Dic. |
+0,9% | +0,9% | +1,3% | +1,6% | +2% | +1,9% | +2,2% | +3% | +3,4% | +4,1% | +4,9% | +5% |
L’inflazione della zona euro
La linea in grassetto rappresenta l’inflazione della zona euro, la linea sottile è l’inflazione di fondo, calcolata cioè non tenendo conto di alcool, tabacco ed energia.
Al momento non si modifica l’equilibrio all’interno dei nostri portafogli – ma seguici sempre perché potrebbero esserci novità. A seconda della strategia da te replicata (le trovi su www.altroconsumo.it/finanza/la-nostra-strategia) devi puntare su bond societari o ad alto rendimento. I prodotti consigliati non cambiano: Schroder ISF EURO Corp Bd A Acc (-0,2%) e iShares € Corp. Bond BBB-BB (invariato) per i bond societari, mentre per i bond ad alto rendimento c’è Amundi high yield liquid (-0,3%).
Infine, in Cina il Pil del quarto trimestre del 2021 è cresciuto dell’1,6% rispetto al trimestre precedente, nettamente più elevato dell’1,1% atteso dal mercato. Anche su base annuale il dato, +4%, è stato superiore alle attese, e così l’intero 2021 si è chiuso con una crescita dell’8,1%.
La Banca centrale teme comunque un rallentamento dell’economia, e così non è rimasta con le mani in mano, ma ha deciso di tagliare dal 3,8% al 3,7% i tassi ufficiali sui prestiti a breve termine (1 anno), così come quelli sui prestiti a 5 anni sono stati tagliati dal 4,65% al 4,6%. È una mossa in controtendenza con quelle delle principali Banche centrali mondiali, ma lo yuan cinese ha chiuso la settimana comunque in aumento dell’1,1% (ora ne servono 7,19 per un euro) e puoi continuare a puntarci con l’Etf iShares China CNY Bond ucits (+1,6% la scorsa settimana). I bond in yuan cinesi sono presenti per un 5% solo nel portafoglio difensivo.
Il dollaro Usa, nella settimana che precede la riunione della Fed – per i mercati non alzerà i tassi ma aspetterà marzo - ha chiuso con un +0,9% (ce ne vogliono 1,135 per un euro). Tra i prodotti consigliati, iShares $ Treasury Bond 3-7yr (l’Etf per puntare sui titoli di Stato) ha guadagnato lo 0,4%, mentre tra quelli che investono sui bond ad alto rendimento, il fondo AXA WF US Dynamic HY bonds A ha messo su lo 0,4% e l’Etf iShares $ High Yield Corp Bond è rimasto invariato.
IL PIL CINESE
Il grafico riporta la crescita su base trimestrale dell’economia cinese.
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