Inflazione alta per tutto il 2022

Obbligazioni
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LA SVEZIA…
In tutto il mondo la tendenza delle Banche centrali è quella di ridurre la generosità delle proprie politiche monetarie e di preparare il campo a un futuro rialzo dei tassi. In Svezia, invece, questo non succede. Secondo la Riksbank, la Banca centrale svedese, l’elevata inflazione è interamente determinata dal rapido aumento dei prezzi del settore energetico. Non tenendo conto di questo settore, il carovita è vicino al 2%, cosa che, per esempio, non accade in Europa o negli Usa – vedi di seguito. Inoltre, la Riksbank non prevede che i prezzi dell’energia possano continuare a salire in questo 2022 e dunque secondo lei l’inflazione diminuirà e dovrebbe essere vicina al 2% a partire dalla metà del 2023. Con queste previsioni, la Banca centrale ha lasciato i tassi a zero e lì rimarranno anche per tutto il 2022 e il 2023. Ci sarà un solo rialzo nella seconda metà del 2024. La reazione sul mercato dei cambi è stata quella di una corona svedese in calo dell’1% nei confronti della valuta unica (ne servono 10,55 per fare un euro). Il fondo Nordea 1 swedish short term bond ha, invece, perso l’1,2%.
Sempre in Scandinavia, rimane consigliata anche la corona norvegese (-0,2% la scorsa settimana, ne servono 10,07 per fare un euro). Il prodotto per puntarci è Nordea 1 norwegian bond BP (-0,7%).
…GLI USA…
Chi invece è impegnata contro il carovita e ha già annunciato che i tassi li alzerà – e non solo- è la Fed. Negli Usa, l’inflazione a gennaio ha toccato il 7,5%, facendo così registrare il dato più alto degli ultimi 40 anni.
Come oramai anticipato da tempo, il rialzo dei tassi a marzo è scontato. La novità dopo il dato sull’inflazione di gennaio è, però, un’altra: ora per i mercati c’è un 95% di possibilità che i tassi d’interesse possano essere alzati addirittura di uno 0,5% nella prossima riunione. Dopotutto, è stato lo stesso governatore della Fed, in coda alla scorsa riunione, a non escludere la possibilità di alzare i tassi anche di uno 0,5% in una sola riunione, se necessario. E in fatto di tassi d’interesse in rialzo non è tutto.
I mercati ora non si limitano più solo a dare per scontato che a fine 2022 i tassi inglobino i rialzi già preventivati da tempo. Infatti, come vedi dal grafico, c’è solo lo 0,9% di possibilità che il costo del denaro possa essere tra l’1% l’1,25%: in tutti gli altri casi, si prevedono tassi più alti.
L’inflazione Usa a gennaio è cresciuta dello 0,6% su base mensile, più delle attese, fissate a +0,5%, mentre su base annua è in crescita del 7,5%, anche in questo caso più delle attese (+7,3%) e dunque in netta accelerazione rispetto a dicembre 2021 (+7%).
L’inflazione di fondo, quella cioè calcolata senza tener conto dei prezzi di energia e beni alimentari, è cresciuta del 6% annuale, più delle attese fissate al 5,9%.
DOVE SARANNO I TASSI USA
Il grafico mostra i possibili livelli dei tassi Usa a fine 2022, con le rispettive probabilità.
Dunque, essendo oggi tra lo 0% e lo 0,25%, sono certi almeno quattro rialzi quest’anno (se ogni volta si alzano di uno 0,25%, con aumenti da 0,5% il numero scende, ma quel che conta è il livello del costo del denaro).
E questa non è del tutto una novità, da tempo si parla di diversi aumenti. La previsione che prende sempre più piede, e che i mercati vedono sempre più probabile, è però quella che gli aumenti del costo del denaro in questo 2022 possano essere sicuramente di più, o che comunque il livello dei tassi vada molto più in là dell’1%. Lo vedi sempre dal grafico: la probabilità che i tassi siano, a fine anno, almeno tra l’1,75% e il 2% è di un 70%.
Cosa significa? Questo livello dei tassi è equivalente ad addirittura 7 rialzi (da 0,25% l’uno) in questo 2022. Sul fronte dei mercati, il dollaro Usa ha chiuso la settimana in guadagno (-0,4%; 1,142 per un euro) e con queste prospettive sui tassi ti confermiamo la necessità di puntare su titoli di Stato Usa con scadenze brevi, quindi con iShares $ treasury 1-3y acc B (ha perso lo 0,1%),e sui bond ad alto rendimento, con AXA WF US Dynamic HY bonds A (+0,2%) e iShares $ High Yield Corp Bond (-0,1%).
Perché diciamo che c’è un 70% di possibilità che i tassi siano almeno tra l’1,75% e il 2%? Perché, come vedi dal grafico, per il mercato c’è il 33,4% di probabilità che siano all’1,75%-2%, ma poi c’è anche un 25,5% di probabilità che siano al 2-2,25%, un 9,5% per un livello al 2,25%-2,5%... e così via. Sommando queste percentuali, oltre il 70% delle previsioni vedono i tassi attestarsi dall’1,75%-2% in su.
…LA ZONA EURO
L’inflazione è un problema anche in Europa, tanto che la Banca centrale si prepara a modificare la sua politica monetaria (vedi n° 1449) in base alle stime macroeconomiche aggiornate del prossimo marzo. Nel frattempo, però, sempre in Europa la Commissione europea ha pubblicato le sue stime aggiornate su crescita economica e carovita. La tendenza generale di queste nuove stime è stata quella di alzare la crescita conosciuta nel 2021 (+5,3% rispetto a +5% delle stime dello scorso autunno) e di abbassare la crescita attesa del 2022 (a +4% dal +4,3%). Tuttavia, il dato più rilevante è stata la netta revisione al rialzo dell’inflazione: per il 2022 è ora attesa a +3,5% dal precedente +2,2%, ma la corsa dei prezzi dovrebbe comunque attenuarsi nel quarto trimestre di quest’anno e continuare il suo calo nel 2023, quando il carovita è previsto attestarsi all’1,7%.
Se la Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime del carovita, anche la Banca centrale europea non potrà fare altrimenti e quindi è oramai quasi scontata una revisione della sua politica monetaria. Per quanto riguarda i mercati obbligazionari euro, i tassi sono aumentati anche la scorsa settimana, in media dello 0,11% per un decennale, mentre quelli dei BTp, sempre su scadenza decennale, sono saliti dello 0,18%. Quanto al prodotto consigliato per investire sui bond della zona euro, Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 1C, ha chiuso la settimana con un +0,1%.
Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione ha rivisto la crescita economica 2021 a +6,5% dal +6,2%, ma ha ritoccato al ribasso quella per il 2022 da +4,3% a +4,1%. Confermata al +2,3% la crescita 2023. Attendi a comprare i BTp: non è ancora il momento.
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