Bond in rubli: perderò tutto?

Rubli
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Negli ultimi giorni di febbraio Borsa italiana ha deciso di sospendere, a tempo indeterminato, le compravendite di tutti i bond in rubli quotati sul mercato italiano. Il provvedimento rappresenta una misura preventiva, adottata sulla scia delle sanzioni adottate da vari governi contro l’esecutivo russo, diretta conseguenza della guerra in Ucraina. Per questo motivo l’ultimo prezzo ufficiale del tuo bond Ifc 6,375% 11/04/22 (98,436; Isin XS1596058419) risale alla chiusura del 24 febbraio scorso: da allora, in sintesi, non è possibile né vendere, né acquistare il titolo in Borsa. Il “congelamento” delle contrattazioni sul mercato italiano vale per tutti i titoli quotati in rubli, indipendentemente dall’emittente, compresi quindi quelli che possiamo definire “supersicuri”, come appunto IFC (International Finance Corporation, fa parte del gruppo Banca Mondiale e ha un rating pari a AAA, il massimo sia per S&P, sia per Moody’s). Oggi puoi fare una cosa sola: aspettare la scadenza del bond o uno sblocco della situazione. Il “blocco” dei bond in rubli è un evento del tutto nuovo, si spera che non duri a lungo, e non è assimilabile a quella dei bond islandesi, il cui mancato rimborso è dipeso dal crack di alcuni istituti di credito dell’isola, che ha generato un vero tsunami sui mercati finanziari e valutari tra il 2008 e 2009. Cosa significa tutto questo? Significa che, a differenza dei casi di default di un emittente, per il momento non è ancora detto che tu debba dire addio, alla scadenza, proprio a tutto il denaro che hai investito; allo stesso tempo però, come ragionevolmente puoi intuire, dato il crollo del rublo, dovrai come minimo fare i conti con una forte perdita legata al cambio.
Le quotazioni dei bond in rubli sono sospese da giorni, motivo per cui non puoi né comprarli né venderli. Fai attenzione, però, ai fondi che investono sulla Russia. Esiste la concreta possibilità che abbiano difficoltà a rimborsarti le quote al bisogno. Non farti attrarre da quello che ti può sembrare un affare, ma che si può rivelare molto pericoloso per il tuo portafoglio.
IFC è un emittente super sicuro, ma…
Cosa succederà da qui in avanti? I bond International Finance Corporation sono emessi per sostenere lo sviluppo della piccola e media impresa localizzata nei Paesi in via di sviluppo e spesso sono denominati nella valuta del Paese di cui si vuole sostenere lo sviluppo industriale. Ne esistono, per esempio, anche in valuta messicana, brasiliana, malesiana… Come accennato prima, questa situazione è del tutto nuova, per cui non ci sono precedenti assolutamente identici a cui fare riferimento. Nel prospetto che regola le emissioni di IFC, però, è anche contemplata l’ipotesi che, al momento del pagamento delle cedole o del rimborso di un bond, una delle valute internazionali in cui è denominato il prestito sia “non disponibile”. In questo caso, l’emittente si riserva la facoltà di adempiere ai propri obblighi – cioè pagarti – in dollari Usa. In teoria, e sempre che al momento del rimborso ci sia un cambio ufficiale tra rublo e dollaro Usa, dovrebbe esserti applicato il cambio pubblicato dalla Fed di New York il secondo giorno antecedente la data prevista per il rimborso o il pagamento della cedola. Insomma, un salvagente per i bond IFC in rubli potrebbe esserci, ma con molte incognite e comunque devi mettere in conto una perdita.
Gli emittenti interessati dalla sospensione della quotazione dei bond in rubli a Piazza Affari sono: Aiib, African Development Bank, Asian Development Bank, Banca Europea per la ricerca e lo sviluppo, Banca Europea per gli Investimenti (Bei), Birs, International Finance Corporation e Intesa Sanpaolo.
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